GRIMMELSHAUSEN, Hans Jakob Christoffel von
Romanziere tedesco del sec. XVII, nato a Gelnhausen nel 1625, da famiglia protestante, morto a Renchen il 17 agosto 1676. Partecipò alla guerra dei Trent'anni, fino al '48, e nel '60 ottenne l'ufficio di podestà a Renchen, dove assai probabilmente si convertì al cattolicesimo. Incominciò solo nel 1658 la sua feconda attività di scrittore, nascondendosi sotto varî pseudonimi. I principali suoi scritti, di carattere satirico-politico o didattico morale, sono, più che ispirati dalla guerra, un immediato prodotto di essa. Ma a differenza degli altri scrittori del tempo, i quali, usando ora la satira violenta, ora la fredda ironia, miravano ad abbattere le ingiustizie create dalla guerra e alla ricostruzione politica e sociale della Germania, il G. guardò più in alto, vagheggiando e propugnando anche una profonda ricostruzione morale.
Questa tendenza si nota e si afferma indistintamente in tutti i suoi scritti: in Der stolze Melcher e nella Ratio Status, in cui propugna una politica cristiana ispirata ai precetti del Nuovo Testamento, e, ancora meglio, nel Rathstübel Plüttonis, violenta satira contro i costumi del tempo. Nella Verkehrte Welt, in Der fliegende Wandersmann, in Von dir und mir e nella Reise nach der obern Mondeswelt, la narrazione assume talvolta carattere ascetico. In questi scritti si avverte l'influsso del Guevara. In altri, come Joseph, Ditwalt und Amelinde (leggenda di devozione che rammenta quella dei cavalieri del Graal), Proximus und Limpida, è costante la preoccupazione dell'autore di offrire "qualcosa di utile". Tale tendenza didattico-morale che lo scrittore rivela sempre, anche quando si compiace di coprirla col velo di una sottile ironia o di renderla piacevole con un inesauribile humor, si accentua e diventa la nota peculiare nel gruppo degli "scritti simpliciani". Ed è soprattutto per questa peculiarità etica che, sia ch'egli volga lo sguardo verso i principi tiranni e il popolo sofferente in schiavitù, sia che metta a nudo l'abbrutita coscienza dell'uomo, sia che derida o sferzi la vita del tempo o pianga sulla generale miseria, questi scritti direttamente si riallacciano al capolavoro del G., Der abenteuerliche Simplicius Simplicissimus. Anche in essi parla di cose viste e vissute, ma dando a ogni episodio un particolare e intimo valore. Così, alla stessa maniera che Die Landstörtzerin Courasche ci offre senza veli e senza attenuazioni una rappresentazione viva e particolareggiata della corruzione e del malcostume dell'epoca, e Der seltsame Springinsfeld un quadro colorito e tumultuoso della vita guerresca, e le due parti del Wunderbarliches Vogelnest sono un'esposizione del Zauberglauben, in cui il popolo vedeva più che un valore ideale una reale verità, ognuno di questi racconti racchiude un pensiero etico e un'alta aspirazione che si rivelano al di là della storia narrata.
Il capolavoro di G. è stato più volte definito un romanzo d'avventura, e la critica letteraria l'ha giustamente posto accanto alla novella picaresca spagnola con la quale ha senza dubbio in comune, oltre alla forma della narrazione in prima persona e un crudo e colorito realismo, alcune peculiarità, anche sostanziali: la vita vagabonda e avventurosa dell'eroe e degli altri personaggi, la spregiudicatezza delle loro azioni, la lotta per l'esistenza combattuta giorno per giorno, senza scrupoli, e coi mezzi che offre la necessità, fra pericoli, miseria e corruzione. E certo il G. conobbe, almeno nelle traduzioni o nei rifacimenti, alcune delle novelle picaresche spagnole, il Guzmán, volto in tedesco da Aegidius Albertinus, il Lazarillo de Tormes, nella versione dell'Ulenhart e la Pícara Justina. Tuttavia la novella picaresca, passando dalla Spagna in Germania, era diventata, nei varî rimaneggiamenti, un racconto di edificazione morale, il che rispondeva a un bisogno, confuso ma profondo, dell'anima tedesca dell'epoca.
Il Simplicissimus, uscito nel 1668 in 5 libri e l'anno seguente in 6 sotto il nome di G. Schleifheim v. Sulsfort, è la storia d'un fanciullo, ignaro della vita e del mondo, strappato dalla guerra dalla casa paterna e dal turbine della guerra travolto in avventurose e perigliose vicende, che ora gli fanno conoscere la più squallida miseria e lo trascinano a tutte le turpitudini e abiezioni, ora lo portano alla ricchezza e alla gloria, finché l'eroe, carico di esperienza, di amarezza e di pentimento, abbandona il mondo corrotto e senza speranza di salvezza e si rifugia in un'isola solitaria per dedicarsi alla penitenza, alla meditazione e alla preghiera. Con questo romanzo, vero Bildungsroman, quale può sorgere da un'epoca tragica, e insieme specchio fedele dell'evoluzione dello spirito umano in ogni tempo, il G. si rivela un precursore, il quale indica e inizia la via che doveva condurre alla rinascita nazionale e umana.
Ediz.: Simplizianische Schriften, ed. da H. Kurz, voll. 4, Lipsia 1863-64; id., ed. da J. Tittmann, voll. 2, 2ª ed., Lipsia 1877; G.s Werke ed. da H. H. Borcherdt, voll. 3, Berlino 1922; S. Simplizissimus, ed. da W. Fischer, 1925; G.s Courasche, ed. da J. H. Scholte, Halle 1921; G.s Springinsfeld, id., 1928; G.s Wüderbarliches Vogelnest, id. 1931; Die Simplizianischen Bücher, voll. 3, ed. da E. Hegaur, München 1922-25.
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