Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Personaggio versatile, uomo d’affari, oltre che organista, Hans Leo Hassler è il maggiore compositore tedesco a cavallo tra il XVI e il XVII secolo. Pur non risultando innovativa, la sua produzione sacra latina e quella profana italiana si inseriscono per profondità di magistero tra i classici della tramontante polifonia vocale rinascimentale; mentre l’efficace fusione dei modelli italiani con la tradizione e lo spirito tedeschi fa dei suoi Lieder un modello per le generazioni seguenti la cui eco arriverà fino a Bach.
Hans Leo Hassler nasce a Norimberga e riceve il battesimo il 26 ottobre 1564. La sua è una famiglia di borghesi e musicisti.
Il padre Isaak, intagliatore di pietre e celebrato organista, impartisce la prima educazione musicale ai figli Kaspar, Hans Leo e Jakob. L’attività dei tre fratelli segue destini affini, a volte coincidenti: tutti attivi ufficialmente con l’incarico di organisti, talora presso gli stessi patroni, alternano l’attività musicale a quella affaristica e diplomatica in virtù della quale, nel 1595, ottengono dall’imperatore Rodolfo II lo stato nobiliare.
Hans Leo è tuttavia l’unico dei tre ad acquisire ampia fama come compositore e a dare alle stampe un numero cospicuo di opere.
Alla formazione musicale e artistica di Hassler contribuiscono in modo determinante l’opera di Orlando di Lasso e dei suoi seguaci, che Hassler assimila forse attraverso l’attività di Leonhard Lechner e l’influsso italiano.
La penetrazione in Germania della musica italiana è fenomeno già in atto dagli anni Sessanta tramite diversi canali: la diffusione di composizioni italiane attraverso l’editoria tedesca, soprattutto a Norimberga; presso i centri musicali tedeschi, l’attività di musicisti italiani (come Ivo de Vento, Antonio Scandello, Gregorio Turini, ecc.), o fiamminghi di stile italiano, che importano nei generi della musica tedesca i modi della musica transalpina, come apertamente dichiarano titoli quali quello dei celebri Kurtzweilige teutsche Lieder zu dreyen stimmen nach Art der neapolitanen oder welschen (id est: italienischen) Villanellen di Jacques Regnart; l’apprendistato di giovani musicisti tedeschi presso i principali centri musicali della penisola, e segnatamente Venezia.
Hassler è di fatto il primo importante musicista tedesco a percorrere questa via, contribuendo a inaugurare una lunga tradizione che vedrà protagonisti musicisti quali Gregor Aichinger, Johann Grabbe, Heinrich Schütz e, non ultimo, il fratello Jakob. Hassler è a Venezia tra il 1584 e il 1585 allievo di Andrea Gabrieli, assieme al celebre nipote Giovanni. Al di là di un possibile contatto personale, Hassler conosce sicuramente le opere di altri esponenti della vita musicale veneziana e italiana del tempo, tra i quali Baldassarre Donato, Gian Giacomo Gastoldi, Orazio Vecchi, Claudio Merulo, Luca Marenzio, i cui influssi, unitamente a quellidi Andrea Gabrieli, risultano spesso evidenti nella produzione del tedesco.
Forse grazie all’interessamento di Andrea Gabrieli, nel 1586 Hassler entra come organista di camera al servizio di Oktavian II Fugger. Presso il fervido e aperto ambiente culturale della potente famiglia di Augusta, attorno a cui gravitano a vario titolo alcuni dei principali ispiratori dell’opera di Hassler (Lasso, Andrea e Giovanni Gabrieli, Orazio Vecchi, nonché i fratelli Kaspar e Jakob), egli conosce la fase più creativa della propria carriera.
Fatta eccezione per due mottetti apparsi nel 1588, la prima pubblicazione di composizioni di Hassler è una raccolta di Canzonette a quattro voci (Norimberga, 1590), dedicata a Christoph Fugger, cui nel 1596 farà seguito una raccolta di madrigali a 5-8 voci (Augusta). Dopo queste due opere poeticamente e musicalmente italiane, che costituiscono un tributo alla sua formazione musicale nonché una sorta di tradizionale banco di prova per i giovani compositori tedeschi di formazione italiana, nella successiva raccolta profana – i Neüe teutsche Gesang nach Art der welschen Madrigalien und Canzonetten a 4-8 voci (Augusta, 1596) – Hassler inizia a realizzare la sua personale fusione delle forme e dell’idioma musicale italiano con la tradizione del Lied tedesco, fusione che culminerà nel successivo Lustgarten.
A Oktavian sono dedicate le due raccolte sacre pubblicate da Hassler in quegli anni: le Cantiones sacrae 4-8 et plurium vocum (Augusta, 1591) e le Missae 4-8 vocum (Norimberga, 1599). La fama di Hassler come compositore è ormai ampiamente diffusa. A partire dal 1594 quasi non passa anno senza che vedano la luce antologie di musiche contenenti una o più composizioni dell’“excellentissimus author”. Da abile uomo d’affari, approfittando del favore goduto presso l’imperatore, nel 1591 Hassler si assicura da Rodolfo II il privilegio di stampa delle proprie composizioni.
Alla morte di Oktavian (1600), nonostante le offerte avanzate dalla municipalità di Augusta, Hassler preferisce tornare a Norimberga, assumendo la direzione dell’attività musicale cittadina (1601) e ricevendo l’anno seguente la carica di Kaiserlicher Hofdiener di Rodolfo II.
Nel 1601 vedono la luce i Sacri concentus a 4-12 voci (Augusta) e il Lustgarten neuer teutscher Gesäng, Balletti, Galliarden und Intraden a 4-8 voci (Norimberga; ristampati nel 1605, 1610 e, parzialmente, 1615). È questa la sua opera più celebrata, ultima delle profane, dove il genere del Lied tedesco rivitalizzato dall’influsso del balletto gastoldiano, si rifonda sulla base di una metrica di danza e di un andamento accordale, con la melodia, spesso di sapore popolare, evidenziata dall’acuto. La raccolta include anche alcune composizioni strumentali (Intrade).
Nel 1604 Hassler si trasferisce a Ulm dove si sposa dedicandosi, negli anni seguenti, soprattutto ad attività mercantili.
Tra il 1607 e il 1608 vengono pubblicate due raccolte di composizioni dedicate alla liturgia riformata: i Psalmen und christliche Gesänge e i Kirchengesänge: Psalmen und geistliche Lieder. Si tratta in entrambi i casi di intonazioni a 4 voci “auff die gemeinen Melodeyen”, sulle melodie corali utilizzate dalle comunità luterane trattate qui in due modi radicalmente diversi: nel primo caso con uno stile fugato (“fugweiss”) che rispolvera i modi piuttosto obsoleti del corale mottettistico, lontani dalle novità formali ed espressive affermatesi, soprattutto all’estero, nella seconda metà del Cinquecento; nel secondo caso con uno stile decisamente più “popolare”, basato su una semplice intonazione omoritmica con la melodia nella voce superiore (“simpliciter gesetzet”) secondo il modello del Kanzionalsatz, introdotto vent’anni prima da Lucas Osiander allo scopo di favorire la partecipazione attiva della comunità al canto liturgico. Conservatorismo (forse persino anacronismo) e funzionalismo appaiono aspetti di una medesima concezione ascetica della religione e della musica atta a servirla.
La produzione hassleriana destinata alla Chiesa riformata è naturalmente in rapporto con il credo religioso praticato nella città di Ulm e a Norimberga, dove le due raccolte vengono pubblicate e in parte composte, mentre la produzione sacra del soggiorno nella cattolica Augusta è piuttosto indirizzata verso le forme della liturgia latina, in uno stile musicale decisamente più italiano, estroverso e “alla moda”, sebbene più vicino alla misura della polifonia palestriniana che alle tendenze più avanguardistiche della contemporanea scuola veneziana.
I Psalmen del 1607 vengono dedicati a Cristiano II, principe elettore di Sassonia di fede luterana, al cui servizio, presso la corte di Dresda, Hassler viene chiamato l’anno seguente, assumendovi in seguito la carica di maestro di cappella.
La morte coglie Hassler, da tempo malato, a Francoforte, dove si è recato al seguito della cappella di corte per l’elezione del nuovo imperatore Mattia d’Asburgo.
Musicus inter Germanos sua aetate summus: così recita un epitaffio dedicato ad Hassler dalla sua città natale. Dopo la morte le sue opere continuano a essere stampate, ed è in particolare la produzione tedesca, sia profana che sacra, a essere perpetuata. Nel 1619 vede la luce l’edizione postuma delle Litaney Teutsch, mentre i Salmi del 1608 vengono ristampati ancora nel 1637 e quelli del 1607 (a dispetto del loro carattere conservatore) conoscono eccezionalmente una ristampa nel 1777. Nel 1615 una scelta dai Lieder viene ristampata a Norimberga, assieme ad altri di Valentin Haussmann, sancendo attraverso questa silloge l’influsso che l’opera di Hassler avrebbe avuto almeno fino al 1630 sui giovani liederisti tedeschi.
Ma la popolarità di Hassler percorre anche un altro importante canale, quello del travestimento spirituale, e del conseguente utilizzo in ambito sacro, dell’intera sua produzione liederistica. L’esempio più celebre è il Lied Mein Gmüth ist mir verwirret che diviene oggetto di diversi travestimenti spirituali prima col testo Herzlich thut mich verlangen, poi col celeberrimo O Haupt voll Blut und Wunden entrando a far parte del repertorio classico del corale luterano. La melodia, tuttora eseguita, è stata più volte utilizzata da Johann Sebastian Bach.