Romanziere danese (Hadsund, Jütland, 1890 - Copenaghen 1962). Dopo la laurea in diritto, si dedicò all'attività letteraria; collaborò a riviste radicali e ai giornali Social-Demokraten (1930-32) e Arbejderbladet, organo del partito comunista. Al fortunato Fiskerne (1928; trad. it. I pescatori, 1945), primo romanzo collettivo danese e oramai un classico della letteratura sociale, seguirono altri romanzi, nei quali maggiormente emerge il suo credo marxista: Daglejerne ("I braccianti", 1936); Slaven ("Lo schiavo", 1948), scritto in prigionia durante l'occupazione tedesca, e Vredens søn ("Il figlio dell'ira", 1950), rievocazione storico-fantastica della vita di Cristo, intesa a postulare un'identità fra cristianesimo e comunismo. Notevoli per sicurezza di stile e capacità evocativa le novelle autobiografiche di Skyggespil ("Gioco d'ombre", 1953), seguite da Borgerlige noveller ("Novelle borghesi", 1958).