Balthasar, Hans Urs von
Teologo elvetico (Lucerna 1905 - Basilea 1988). Gesuita (1929, ebbe la facoltà di uscire dalla Compagnia nel 1948), fu molto vicino agli orientamenti della scuola dei gesuiti di Lyon-Fourvière (e soprattutto legato a Lubac) e quindi alla tematica della «nouvelle théologie»: di qui soprattutto la forte ripresa della tematica teologica propria della patristica greca cui ha dedicato molti studi (Kosmische Liturgie. Das Weltbild Maximus’ des Bekenners, 1941, 2a ed. 1961, trad. it. Liturgia cosmica: l’immagine dell’universo in Massimo il Confessore; Presence et pensee. Essai sur la philosophie religieuse de Gregoire de Nysse, 1942). Questo volutamente si lega al tentativo di porre in termini nuovi il rapporto della riflessione teologica con il pensiero moderno, al di là delle formulazioni scolastiche: forti l’accentuazione escatologica ed esistenziale e l’apertura critica alla tematica di Barth (Karl Barth, 1951). La sua opera maggiore Herrlichkeit. Eine theologische Aesthetik (vari voll., 1961-69; trad. it. Gloria: un’estetica teologica) cerca nella «gloria», al di là dei tradizionali trascendentalia entis, l’essenza stessa di Dio. Nel 1984 ricevette il premio internazionale Paolo VI per la teologia. Designato cardinale da Giovanni Paolo II, muore due giorni prima della creazione nel concistoro del 28 giugno 1988. Altre opere: Apokalypse der deutschen Seele (3 voll., 1937-39); Theologie der Geschichte (1950; trad. it. Teologia della storia); Skizzen zur Theologie (4 voll. 1960-74; trad. it. Saggi teologici); Das Ganze im Fragment. Aspekte der Geschichtstheologie (1963; trad. it. Il tutto nel frammento: aspetti di teologia della storia); Theodramatik (vari voll., dal 1973; trad. it. Teodrammatica).