HAOMA
. Termine iranico, dalla radice hav- (ant. ind. su-, onde il vedico e sanscrito soma) "spremere". Nella letteratura vedica e mazdea indica sia una pianta (che è detta di colore biondo, ha un'efficacia medicinale ed è una specie dell'Ephedra) sia il liquore che se ne estrae. L'estrazione del succo ha un carattere religioso, avviene in tempi determinati e con speciali cerimonie. Alla libazione di tale succo furono attribuiti, fin dal periodo ario e forse anche indoeuropeo, straordinarî effetti, materiali e spirituali. Siccome però esso era inebriante, Zarathushtra abolì il haoma e in due passi delle Gāthā (v. avesta) lo combatté (Yasna, 32,14; 48,10). Più tardi però quel rito penetrò di nuovo nella religione mazdea e vi tiene ancora un posto precipuo. Un inno dell'Avesta posteriore (Yasna, 9) è consacrato alle lodi del haoma.
Bibl.: R. Pettazzoni, La religione di Zarathustra, Bologna 1920, p. 58 segg.; H. Lommel, Die Yäsht's des Awesta, Gottinga 1927, pp. 187-195; G. Messina, Der Ursprung der Magier, ecc., Roma 1930, p. 98.