HARAR (XVIII, p. 369)
Il territorio dello H. costituì, sotto l'amministrazione italiana, un governatorato estendentesi dai confini con le Somalie a NE fino alle sorgenti del Wabi e di lì al Ganale Doria a SO: limitato a O dal governatorato del Galla e Sidamo, dallo Scioa e dall'Amara, a N dall'Eritrea e Somalia francese, a E dalla Repubblica Somala (già Somalia italiana e Somaliland). Dopo la restaurazione etiopica, la provincia dello H. è la maggiore dello stato (404.000 km2 con 1.600.000 ab.); a N giunge alla Côte Française des Somalis, segue poi il fiume Hawāš fino alla località di Hawāš a SO, lascia a O la provincia degli Arussi, scende a S fino a Dolo, donde segue il confine con la Repubblica Somala (confine provvisorio per quanto riguarda la parte della Somalia già italiana) a SE e E, includendo l'Ogaden. Governatore dello H. è il figlio del secondogenito dell'imperatore Ḫāyla Sellāsē, essendo la provincia considerata come feudo di famiglia. Nel 1957 è stata aperta nel capoluogo di Harar una Accademia militare, diretta da ufficiali indiani. Presso il lago Haramayā ha sede lo Imperial Agricultural College istituito, con gli aiuti statunitensi, nel 1956.
Bibl.: E. Cerulli, Alle sorgenti dell'Uabi-Uebi Scebeli, Milano 1932; id., Studi etiopici, I: La lingua e la storia di Harar, Roma 1936; id., Gli Emiri di Harar dal secolo XVI alla conquista egiziana (1875), in Rassegna di studi etiopici, 1942, pp. 3-20; E. Scarin, Hararino, ricerche e studi geografici, Firenze 1942. Per il periodo dal 1941 ad oggi vedi la bibliografia alla voce etiopia, in questa Appendice.