Poeta statunitense (n. Garretsville, Ohio, 1899 - m. suicida nel Golfo del Messico 1932). Sensitivo, entusiasta, dalle sue letture (Eliot, Pound, Blake, Rimbaud, Laforgue, Whitman) trasse una cultura incerta e confusa, risolta, nelle prime, poesie (White buildings, 1926), in riecheggiamenti più che in assimilazioni. Nel poema The bridge (1930) C. volle creare una grande rapsodia americana, culminante nella celebrazione del ponte di Brooklyn, simbolo della coscienza che valica il tempo e lo spazio. Il poema è fitto di simboli, barocco, a volte retorico, ma ha momenti di alta poesia. Spirito tra i più inquieti e tormentati della sua generazione, si suicidò quando ebbe portato a termine il poema. Postumi: Collected poems (1933); The letters of H. C. (1953).