CRANE, Harold Hart
Poeta americano, nato a Garretsville, Ohio, il 21 luglio 1899, morto nel golfo del Messico il 26 aprile 1932. Giovane precoce, sensitivo ed entusiasta, vagheggiò di "creare, nella tradizione di Whitman, il mito della grandezza dell'America". Sebbene appartenente a una famiglia ricca, trascurò di compiere studî regolari. Le sue letture - T. S. Eliot e E. Pound, W. Blake, A. Rimbaud e J. Laforgue, tra le altre - servirono solo a dargli una preparazione culturale incerta e confusa che troppo spesso si risolve, più che in assimilazione, in echeggiamenti percettibili nella sua prima raccolta di poesie, White buildings (1926). La creazione del mito americano tentò nel poema The bridge (1930) che, prendendo ad argomento il ponte metallico sull'East River, tra Manhattan e Brooklyn, è, come poema, innegabilmente mancato, pur contenendo, tra non poca retorica, brani di vera bellezza poetica. Forse il dramma del C. fu un intimo e insanabile disaccordo tra il suo nucleo interiore e la realtà. Ricevuta nel 1931 una borsa di studio, decise di recarsi nel Messico per scrivere un poema sulla storia di Montezuma e della conquista spagnola. Durante il viaggio di ritorno, trovandosi con nulla di fatto e disperando del proprio avvenire, si uccise gettandosi dalla nave. Sono apparsi postumi: Collected poems (1933), a cura di W. Frank, con introduzione critica; The letters of H. C. (1953), a cura di E. Weber.
Bibl.: A. Tate, in Reactionary essays on poetry and ideas, New York 1936; P. Horton, H. C. The life of an American poet, New York 1937; F. R. Leavis, H. C. from this side, in Scrutiny, marzo 1939; B. Weber, H. C., New York 1948; G. Cambon, H. C. Icaro della parola, in Aut Aut, n. 23, Milano, settembre 1954.