Ford, Harrison
Attore cinematografico statunitense, nato a Chicago il 13 luglio 1942. Interprete tra i più rappresentativi del cinema d'azione e d'avventura sin dalla fine degli anni Settanta, ha spesso impersonato eroi positivi, caratterizzati da doti di lealtà e coraggio, ma anche da una naturale autoironia. I tratti duri del volto, lo sguardo smarrito, ma anche un misto di semplicità e incoscienza hanno delineato alcuni dei suoi personaggi più celebri, come Han Solo nei primi tre film della saga di Star wars (a partire da Star wars, 1977, Guerre stellari, diretto da George Lucas, anche ideatore della serie), o l'archeologo Indiana Jones nella trilogia diretta da Steven Spielberg, o ancora il cacciatore di taglie Rick Deckard in Blade runner (1982) di Ridley Scott. Per Witness (1985; Witness ‒ Il testimone) di Peter Weir, ha ottenuto la sua unica nomination all'Oscar.
Figlio di un irlandese cattolico e di un'ebrea russa, cominciò a recitare mentre frequentava l'università al Ripon College nel Wisconsin. Lasciò però gli studi poco prima di laurearsi e, verso la metà degli anni Sessanta, decise di intraprendere la carriera di attore trasferendosi a Hollywood dove firmò un contratto prima con la Columbia Pictures Corporation, poi con la Universal Pictures. In quel periodo comparve soltanto in film minori e in alcune serie televisive come The Virginian (1967) e Ironside (1967). Per sostenersi economicamente intraprese anche il mestiere di falegname. Dopo altri piccoli ruoli (come in Getting straight, 1970, L'impossibilità di essere normale, di Richard Rush, e Zabriskie Point, 1970, di Michelangelo Antonioni, in cui però non risulta accreditato), incontrò Lucas che gli offrì una parte minore in American graffiti (1973). Comparve quindi in The conversation (1974; La conversazione) di Francis Ford Coppola prima di raggiungere l'improvviso successo con Star wars in cui è un avventuriero che, viaggiando con una navicella nello spazio, accorre in difesa della principessa Leila per combattere contro l'Impero galattico, personificazione del Male. Tale personaggio, a metà tra l'eroe dei fumetti e il protagonista dei film di fantascienza degli anni Cinquanta, è stato al centro anche dei successivi The empire strikes back (1980; L'impero colpisce ancora) di Irvin Kershner e Return of the Jedi (1983; Il ritorno dello Jedi) di Richard Marquand. Nel frattempo, F. era stato di nuovo chiamato da Coppola per interpretare il colonnello Lucas in Apocalypse now (1979) e da Robert Aldrich per il ruolo dello scanzonato fuorilegge nel western The Frisco kid (1979; Scusi, dov'è il West?). All'inizio degli anni Ottanta consolidò la propria notorietà nel ruolo di Indiana Jones, altra figura 'classica' di avventuriero, protagonista di Raiders of the lost ark (1981; I predatori dell'arca perduta), Indiana Jones and the temple of doom (1984; Indiana Jones e il tempio maledetto) e Indiana Jones and the last crusade (1989; Indiana Jones e l'ultima crociata), tutti diretti da Spielberg. Il suo personaggio appare caratterizzato da capacità atletiche alla James Bond, ma anche da un'amabile incoscienza e da un inconsapevole umorismo che sembrano togliere credibilità alle sue azioni, trasformandole in gag degne della slapstick comedy (si veda, per es., la scena in cui Indiana Jones, stanco di assistere all'esibizione di abilità con la scimitarra di cui fa mostra un arabo minaccioso, gli spara con calma olimpica). Come protagonista di Blade runner, tratto dal romanzo di P.K. Dick, F. ha disegnato una figura sospesa tra la fantascienza e il noir, in una rivisitazione dell'investigatore alla Humphrey Bogart. È stato poi l'agente di polizia braccato dai suoi stessi colleghi corrotti e incaricato di proteggere un bambino testimone di un omicidio in Witness, e l'inventore che fugge assieme alla sua famiglia dalla società civilizzata di The Mosquito Coast (1986; Mosquito Coast), sempre di Weir, in uno dei suoi ruoli più belli e difficili.
Dalla fine degli anni Ottanta ha confermato sempre di più la predilezione per parti dalle connotazioni intime e sofferte, in cui viene privilegiata la dimensione domestica e per storie il cui protagonista è chiamato a lottare per difendere sé stesso o la propria famiglia: il medico alla ricerca della moglie scomparsa a Parigi in Frantic (1988) di Roman Polanski; il procuratore accusato dell'omicidio di una collega in Presumed innocent (1990; Presunto innocente) di Alan J. Pakula; l'avvocato di successo colpito da una pallottola in Regarding Henry (1991; A proposito di Henry) di Mike Nichols; l'agente della CIA di Patriot games (1992; Giochi di potere) e Clear and present danger (1994; Sotto il segno del pericolo), entrambi diretti da Phillip Noyce; il chirurgo accusato di aver ucciso la moglie in The fugitive (1993; Il fuggitivo) di Andrew Davis; il sergente di polizia di origine irlandese di The devil's own (1997; L'ombra del diavolo) di Pakula; il presidente statunitense con moglie e figlia in ostaggio in Air force one (1997) di Wolfgang Petersen; il poliziotto che scopre il tradimento della moglie, dopo un incidente aereo che ne provoca la morte, in Random hearts (1999; Destini incrociati) di Sidney Pollack. È stato poi un professore di genetica dagli ambigui tratti hitchcockiani in What lies beneath (2000; Le verità nascoste) di Robert Zemeckis e il capitano Vostrikov che, durante la guerra fredda, assume il comando del sottomarino K-19 in K-19: the widowmaker (2002; K-19) di Kathryn Bigelow. Nel corso della sua carriera, ha anche dimostrato di sapersi adattare alla leggerezza tipica delle commedie sofisticate, come in Working girl (1988; Una donna in carriera) di Nichols, in Sabrina (1995) di Pollack, remake del celebre film di Billy Wilder dove l'attore ricopre il ruolo che fu di Humphrey Bogart, e in Six days seven nights (1998; Sei giorni sette notti) di Ivan Reitman.
M. Clinch, Harrison Ford: a biography, London 1987.
G. Jenkins, Harrison Ford: imperfect hero, Secaucus 1998.
L. Pfeiffer, M. Lewis, The films of Harrison Ford, Secaucus 1999.
P. Ferretti, Harrison Ford. L'uomo dei contrapposti: sciarade emozionali nel segno dell'introspezione, Roma 2001.