ḤASIDISMO (dall'ebraico ḥăsīd, plur. ḥăsīdīm, "pio")
Setta religiosa ebraica di carattere mistico, sorta in Polonia verso la metà del sec. XVIII. La profonda miseria materiale delle folle ebraiche dell'Europa orientale e le sofferenze della loro vita quotidiana le inducevano a ricercare un conforto al di sopra della sfera terrena; le profonde tracce lasciate negli animi dai movimenti messianici, quali quelli di Shabbĕtay Ṣĕwī e di Ya‛qōb Frank, mantenevano viva l'attesa di una redenzione soprannaturale; la diffusione delle dottrine mistiche della Qabbālāh, specialmente secondo la scuola di Yiṣḥāq Luria, apriva agli spiriti religiosi una via per l'appagamento della loro sete di Dio quale essi non potevano trovare, dato lo scadimento generale della cultura, nell'intellettualismo del giudaismo rabbinico. Un maestro di scuola, Yisrā'ēl ben Ĕlī‛ezer, detto poi Ba‛al Shēm Ṭōb (il signore del Buon Nome, cioè il Taumaturgo) annunziò la nuova dottrina, che si rivolgeva specialmente agli umili, agl'incolti, ai semplici. Egli insegnava che Dio è presente in ogni cosa creata, che anche nell'uomo malvagio e perfino nel male stesso vi è una scintilla del divino, ossia un elemento di bene, e che per innalzarsi fino a Dio e sentirsi uniti a Lui nell'estasi beatifica non è necessario lo studio assiduo della Legge né una vita di ascesi e di rinunzia, ma basta l'ardente amor di Dio attuato nel servizio di Lui in spirito di semplicità e di letizia. La sua parola ebbe larghissime risonanze, come quella che rispondeva ai bisogni dell'anima popolare. Si raccolsero intorno a lui discepoli entusiasti, i quali divennero altrettanti propagatori della sua dottrina; e in parecchie comunità della Polonia si costituirono tosto gruppi ḥasidici. Lui morto (1760) l'autorità sua nel campo ḥasidico passò al suo discepolo Baer di Meseritz, il quale, superiore al maestro in cognizioni talmudiche e cabbalistiche, introdusse nel ḥasidismo elementi speculativi. Poiché il ḥasidismo, prima limitato alla Podolia e alla Volinia, andava sempre più diffondendosi, conquistando anche la Russia Bianca e la Lituania, insorse a contrastarlo una fiera opposizione dei rabbini e dei fedeli al loro sistema, numerosi e influenti specialmente in Lituania. L'opposizione, guidata particolarmente da Elia di Vilna, detto il gā'ōn di Vilna, sboccò nella proclamazione della scomunica contro i capi ed i seguaci del ḥasidismo (Vilna 1772; Zelwa 1781). Ma ormai era troppo tardi. Larghissime cerchie erano già conquistate, e la scomunica non poteva più arrestare lo sviluppo del ḥasidismo. Attorno ai discepoli dei primi maestri, stanziatisi nelle varie provincie, si raccoglievano folle entusiaste e reverenti, che vedevano in loro esseri particolarmente vicini a Dio e dotati di poteri soprannaturali (ṣaddīqīm, sing. ṣaddīq, letteralmente "giusto"). Alcuni di loro, come Bārūk di Medžibož (circa 1780-1805), cominciarono a condurre, grazie ai numerosi doni dei fedeli, vita lussuosa, del resto non in disarmonia con le idee ḥasidiche. Larghissimo influsso esercitò Naḥmān di Braslaw (1771-1810), propugnante invece una vita di semplicità come quella dei primi ḥasīdīm. Nella Russia Bianca e nella Lituania, sotto la guida di Shneur Salman (1746-1812), il ḥasidismo assunse una forma più intellettualistica (detta ḥabadismo, dalle iniziali dei vocaboli ḥokmāh, bīnāh, da‛at, saggezza, intelligenza, conoscenza). Le lotte fra i ḥăsīdīm e i loro avversarî (mitnaggĕdīm) si fecero più aspre verso la fine del secolo XVIII: Shneur Salman, per due volte denunziato al governo russo come diffusore di una pericolosa eresia, fu entrambe le volte arrestato e condotto a Pietroburgo, ma poi riconosciuto innocente e rimandato libero. Nel corso del sec. XIX le lotte si andarono calmando: l'opposizione fra i ḥăsīdīm (i quali del resto non avevano mai avuto l'intenzione di staccarsi dall'ebraismo ufficiale) e i mitnaggĕdīm assunse la forma di un più pacifico contrasto di idee. Gli uni e gli altri avevano del resto da difendersi dalla lotta che tanto contro l'ortodossia rabbinica quanto contro il ḥasidismo veniva condotta dall'illuminismo e dal movimento di assimilazione alla cultura europea. Restarono tuttavia, e restano ancora, larghe cerchie popolari fedeli al ḥasidismo e devote all'autorità dei ṣaddīqīm regionali, la quale si suol tramandare di padre in figlio come in una specie di dinastie principesche.
Il Ba‛al Shēm Ṭōb non lasciò scritto nulla, all'infuori di alcune lettere in cui si trova esposto il suo programma fondamentale. I suoi insegnamenti, espressi sovente in forma di favole e di parabole, furono posti per iscritto dai suoi discepoli, e così si iniziò la vasta letteratura ḥasidica, di tipo essenzialmente popolare.
Bibl.: S. Schechter, Studies in Judaism, I, Filadelfia 1896, pp. 1-46; id., traduz. tedesca, col titolo: Die Chassidim, Berlino 1904; S. Dubnow, Geschichte des Chassidismus, Berlino 1931-32; ampie indicaz. bibliografiche presso G. Scholem, Bibliogr. kabbalistica, Lipsia 1927.