Malot, Hector-Henri
L’eroismo degli orfani
Scrittore francese dell’Ottocento, Hector-Henri Malot è autore dei primi romanzi popolari per ragazzi. Con lui ha inizio
il mito dell’orfanello abbandonato, protagonista di intrecci lacrimosi e spesso edificanti, che ha poi avuto grande fortuna soprattutto in televisione e al cinema
Alcuni avranno forse visto la famosa serie di cartoni animati giapponesi Remi, che dal 1978 è stata più volte proposta dalla televisione italiana. Essa ebbe grande successo e, come accade spesso con le serie fortunate, nacque l’album per le figurine di Remi, piccolo, generoso orfano che viene venduto a un suonatore ambulante italiano. Molti avranno creduto che quella storia commovente sia stata inventata in Giappone.
In verità, il cartone animato Remi fu sì creato in Giappone agli inizi degli anni Settanta, ma la sceneggiatura è tratta da un noto romanzo pubblicato cento anni prima, esattamente nel 1878 a Parigi. Il romanzo si intitolava Senza famiglia ed era nato dalla fantasia dello scrittore francese Hector-Henri Malot. Lo stesso è avvenuto con un’altra opera di Malot, In famiglia (1893), che è diventata il cartone televisivo Perrine. Le opere di Malot, soprattutto quelle destinate ai ragazzi, ebbero un discreto successo nell’Ottocento, ma furono presto dimenticate. Poi qualcuno pensò che potessero essere adattate al grande schermo. Fin dal 1934, infatti, Senza famiglia approdò al cinema, grazie al regista francese Marc Allégret; nel 1958 ci fu una coproduzione franco-italiana, poi il romanzo diventò un cartone giapponese.
Perché questo successo di Malot al cinema, mentre i suoi romanzi venivano dimenticati? Malot scrisse storie popolari, ricche di vicende appassionanti. Le sue lunghe descrizioni della povertà, delle condizioni sociali dell’epoca e di alcune attività come quella dei suonatori ambulanti e dei minatori risultano oggi prolisse e superate, ma il soggetto, molto intricato, e i personaggi che agiscono rettamente e con passione sono molto adatti a essere rielaborati per lo schermo.
Chi era Hector-Henri Malot? Nato nel 1830 a La Bouille, in Francia, dapprima studiò legge e si impiegò in uno studio notarile, ma poi le sue aspirazioni personali lo spinsero verso la letteratura. Cominciò anche a occuparsi di educazione scrivendo saggi su riviste specializzate.
Frequentò un gruppo di intellettuali che si riunivano attorno a Octave Feuillet, scrittore francese che, in opposizione agli scrittori realisti (realismo), proponeva un romanzo passionale e ricco di colpi di scena.
Le conoscenze pedagogiche portarono Malot a scrivere opere per i più giovani. Cominciò a collaborare con uno dei migliori giornali per ragazzi dell’epoca, il Magazine d’éducation et de récréation, che pubblicava racconti di grandi scrittori. La sua era una letteratura per ragazzi fedele ai principi della letteratura popolare, caratterizzata da forte coinvolgimento emotivo (in fondo hanno queste caratteristiche anche tanti attuali sceneggiati per la televisione!). Per questo ingredienti delle sue opere sono sempre gli orfanelli, la povertà, l’eroismo del protagonista.
Malot scrisse anche romanzi per adulti, tra i quali si ricordano Le vittime d’amore (1859-66), Suzanne (1872), Il dottor Claude (1879) Il romanzo dei miei romanzi (1896), che è un’opera autobiografica.
I protagonisti delle due opere principali di Malot, Senza famiglia e In famiglia, sono due orfani, rispettivamente un bambino e una bambina, e per certi versi le loro storie sono simili.Per molti anni, dopo la pubblicazione di questi libri, il tema dei fanciulli abbandonati diventò un motivo ricorrente di numerose opere. Molto spesso l’orfanello proviene da una famiglia ricca, ma l’abbandono lo costringe a una vita di stenti. Tutto questo, però, ha anche aspetti positivi: nel suo ambiente povero ma onesto, Remi cresce generoso e apprende dall’esperienza tutte le regole che gli permettono di cavarsela nella vita; impara inoltre a conoscere il mondo grazie ai suoi viaggi e non dai libri di scuola.