Lamarr, Hedy
Nome d'arte di Hedwig Eva Kiesler, attrice cinematografica austriaca, naturalizzata statunitense nel 1953, nata a Vienna il 9 novembre 1913 e morta ad Attamonte Springs (Florida) il 19 gennaio 2000. Bruna, dotata di notevole bellezza e fascino, ha legato il proprio nome alla prima scena di nudo della storia del cinema, recitando senza veli il personaggio di Eva in Extáse (1933; Estasi) di Gustav Machatý. Chiamata a Hollywood dalla Metro Goldwyn Mayer, che la tenne impegnata con un contratto di sette anni, si vide costretta a rendere meno intensa la propria istintiva carica sensuale per dissipare l'alone di scandalo sollevato dalla sua apparizione in Extáse, e ricoprì molti ruoli di donna altera e distante, gelida e sofisticata, da cui poté di rado affrancarsi, riuscendo a rivelare solo occasionalmente doti d'interprete arguta e brillante, con un fondo di pensosità, che lasciano intravedere un talento mai pienamente sfruttato.
Dopo aver studiato alla scuola d'arte drammatica di Max Reinhardt, debuttò in teatro a Berlino, calcando le scene del Theater in der Josefstadt, ma non tardò ad approdare al cinema, recitando in vari film tedeschi e cecoslovacchi. Facendosi chiamare Hedy Kiesler, esordì in Geld auf der Strasse (1930) di Georg Jacoby, e affiancò Heinz Rühmann in Man braucht kein Geld (1931) di Carl Boese. Subito dopo l'avvento del nazismo lasciò la Germania per trasferirsi prima a Londra e quindi a Hollywood. Adottato il nome d'arte di Hedy Lamarr in omaggio alla diva del muto Barbara La Marr, recitò con Charles Boyer in Algiers (1938; Un'americana nella casbah) di John Cromwell, remake di Pépé le Moko (1936) di Julien Duvivier, nel ruolo che era stato già di Mireille Balin. Divenuta una diva di grande richiamo, apparve in due film di Jack Conway: Lady of the Tropics (1939; La signora dei Tropici), accanto a Robert Taylor, e Boom town (1940; La febbre del petrolio), inserita in un cast di prim'ordine che comprendeva Clark Gable, Spencer Tracy e Claudette Colbert. Stanca di essere impiegata in ruoli essenzialmente decorativi, trovò in King Vidor il regista in grado di guidarla verso più mature prove d'attrice, prima in Comrade X (1940; Corrispondente X), ancora accanto a Clark Gable, con un personaggio che ricalca in toni farseschi le orme della Garbo di Ninotchka (1939) di Ernst Lubitsch, e poi in H.M. Pulham Esq. (1941; Il molto onorevole Mr Pulham) ove è convincente nelle vesti di una ragazza del ceto operaio che perde l'unico vero amore della sua vita per poi ritrovarlo quando ormai è troppo tardi. Malgrado il successo ottenuto, si ritrovò incasellata nel cliché della glaciale signora dell'alta società in Ziegfeld girl (1941; Le fanciulle delle follie) di Robert Z. Leonard, in cui risulta messa in ombra da Judy Garland e Lana Turner. Tentò d'esprimere una rustica sensualità nella parte di una contadina, accanto a Spencer Tracy, in Tortilla flat (1942; Gente allegra) di Victor Fleming, tratto dall'omonimo romanzo di J.E. Steinbeck, ma non ottenne il successo sperato. Commise quindi l'errore di rifiutare la partecipazione al film Casablanca (1942) di Michael Curtiz, nel ruolo poi accettato da Ingrid Bergman, e ne interpretò subito dopo uno che ne ricalcava l'atmosfera, The conspirators (1944; I cospiratori) di Jean Negulesco. Lasciata la Metro Goldwyn Mayer, rivelò buone doti drammatiche in Experiment peri-lous (1944; Schiava del male) di Jacques Tourneur e nel riuscito melodramma The strange woman (1946; Venere peccatrice) di Edgar G. Ulmer, da lei prodotto. La successiva produzione della L., Dishonored lady (1947; Disonorata) di Robert Stevenson, si rivelò però un fallimento. La sua stella pareva ormai tramontata, quando ottenne un clamoroso successo in Samson and Delilah (1949; Sansone e Dalila) di Cecil B. DeMille, accanto a Victor Mature. Ma le scelte successive non si rivelarono altrettanto felici: affiancò Ray Milland nel western Copper Canyon (1950; Le frontiere dell'odio) di John Farrow, e apparve spaesata nella commedia My favourite spy (1951; L'avventuriera di Tangeri) di Norman Z. McLeod, al fianco di Bob Hope. Nel 1954 recitò in Italia in L'amante di Paride di Marc Allégret, in cui interpreta Elena di Troia e Joséphine Beauharnais, ma il film passò inosservato. La sua carriera era praticamente finita e l'ultimo ruolo dell'attrice fu quello, tristemente autobiografico, di Vanessa Windsor, un'ex diva di Hollywood, nel thriller The female animal (1958; L'animale femmina) di Harry Keller. Nel 1942, insieme a George Antheil, aveva ideato e brevettato un sistema di comunicazione segreta da utilizzare in campo militare. Nel 1966 pubblicò un'autobiografia dal titolo Ecstasy and me: my life as a woman.
C. Young, The films of Hedy Lamarr, Secaucus (NJ) 1978.