KIPPHARDT, Heinar
Scrittore tedesco, nato a Heidersdorf (Slesia) l'8 marzo 1922, morto a Monaco il 18 novembre 1982. Trasferitosi con la famiglia in Renania nel 1936, per scelta ideologica passò nel 1949 nell'allora nascente Repubblica Democratica Tedesca, raggiungendo, lui medico, una posizione preminente nell'organizzazione teatrale di Berlino Est; ma, deluso e contrariato dall'invadenza degli apparati di partito, nel 1959 rientrò definitivamente nella Repubblica Federale. Questa doppia trasmigrazione non esercitò però alcun effetto sulla sua estetica e sulla sua produzione, che espressamente si sviluppò in chiave marxista all'insegna di un esplicito rifiuto dell'autonomia dell'arte rispetto alle finalità d'una denunziante testimonianza. Autore dichiaratamente sempre ''politico'', raggiunse fama anche a livello mondiale con il dramma In der Sache J. Robert Oppenheimer (1964) in cui, sotto l'evidente influsso d'un ancora attivo E. Piscator e su base saldamente documentaria, ripropone il problema, che era stato affrontato non molto tempo prima anche da B. Brecht in Leben des Galilei, del conflitto fra morale e politica, fra coscienza personale e lealtà di fronte al potere.
Sagacemente stralciando episodi e personaggi dalle tremila e più pagine del processo intentato in epoca maccartiana a uno dei padri della bomba atomica in odore di comunismo (allora diffidato e in un secondo tempo pienamente riabilitato), K. riesce a ricostruire il clima di entusiasmo per la novità rivoluzionaria delle scoperte scientifiche e insieme di scrupolo morale e anche di rimorso al cospetto delle possibili devastanti conseguenze, in seno a una società troppo gelosa delle proprie prerogative per essere davvero ancora del tutto libera. Considerato, per questo suo lavoro, uno dei campioni del teatro documentario accanto a P. Weiss e a R. Hochhuth, K. ha sempre rifiutato la relativa qualifica, rivendicando la sua poetica funzione di coordinamento e integrazione del tanto materiale documentario selezionato; eppure è in questo ambito che, sia pure a diseguali livelli, egli ha dato il meglio di sé.
Precedente all'Oppenheimer è Der Hund des Generals (1962), ancora un processo per delitti commessi in periodo di guerra e poi subdolamente nascosti; e successivo, anzi postumo nella sua prima rappresentazione, Bruder Eichmann (1983), dove, rielaborando il materiale fornito dai verbali del processo celebrato a Gerusalemme, denuncia non solo e non tanto i crimini dell'individuo Eichmann quanto la mentalità borghese, ancora imperante, da cui mostruosità del genere possono scaturire (Eichmann appunto ''fratello'' per ognuno di noi). Fra gli altri lavori teatrali, notevole è il satirico Shakespeare dringend gesucht (1953) e, ancora su base documentaria, Joel Brand. Die Geschichte eines Geschäfts (1965).
Più discontinua la produzione lirica, in parte raccolta in Angelsbrucker Notizen (1977), e quella narrativa, culminante nel romanzo März (1976), incentrato nel personaggio d'un poeta schizofrenico, visto da varie prospettive ma sempre con forte aggressività critica nei riguardi di una società che provoca malessere fino ai massimi gradi dell'alienazione. Ed è una figura che dovette significare molto per K., se a lui è dedicato uno dei suoi ultimi e più complessi lavori teatrali, appunto März, ein Künstlerleben (1980).
Le opere di K. sono quasi tutte raccolte in Gesammelte Werke (1986 ss.); le opere teatrali, escluso Bruder Eichmann (1986), sono pubblicate in Theaterstücke (1978-81).
Bibl.: F. van Ingen, Heinar Kipphardt: In der Sache J. Robert Oppenheimer, Francoforte s.M. 1978; L. Bartelheimer, M. Nutz, Materialien Heinar Kipphardt ''In der Sache J. Robert Oppenheimer'', Stoccarda 1981; A. Stock, Heinar Kipphardt mit Selbstzeugnissen und Bilddokumenten, Reinbek 1987.