BRUNN, Heinrich
Archeologo, nato a Wòrlitz nell'Anhalt-Dessau il 25 gennaio 1822, morto a Monaco di Baviera il 23 luglio 1894. Studiò filologia classica a Bonn con F. Ritschl e F. G. Welcker dal novembre 1839 dedicandosi, sin dal principio, con particolare attenzione alla storia dell'arte antica; si addottorò il 20 marzo 1843 con la dissertazione Artificum liberae Graeciae tempora. La tesi da lui sostenuta: "In critica arte malo errare via et ratione, quam sine ratione verum invenire" fissò chiaramente il suo metodo scientifico. Dal 1843 al 1853 svolge in Roma, in stretto contatto con l'Istituto di Corrispondenza archeologica, una libera attività scientifica. Ritornato in patria, mercè l'interessamento del suo maestro Ritschl, è chiamato al posto di conservatore della Biblioteca universitaria di Bonn, dove conseguì la libera docenza. Nominato nel 1856 secondo segretario dell'Istituto di Corrispondenza archeologica, si trasferisce a Roma, dove esplica questo suo ufficio dal 1857 al 1865. Non fu facile persuadere le autorità accademiche che la maturità raggiunta dagli studî archeologici rendevano necessaria l'istituzione di cattedre autonome di questa disciplina, fino ad allora congiunta con la filologia o con la storia antica. Finalmente la cattedra fu istituita e il B., chiamato all'Università di Monaco nel 1865, visse in questa città sino alla morte. Accanto all'insegnamento egli ebbe cura, in qualità di conservatore - a partire dal 1868 - dell'amministrazione della collezione dei vasi greci e dal 1888 fu direttore della gliptoteca di Monaco. Viaggi di studio lo condussero nel 1864 nella Francia meridionale ed a Parigi; nel 1871 a Londra e nel 1876 a Pietroburgo.
Nella sua opera capitale Geschichte der griechischen Künstler (I vol., Braunschweig 1853; II vol., Stoccarda 1859) il Brunn raccolse ed esaminò criticamente le notizie sugli scultori, pittori ed architetti greci tramandateci dagli scrittori antichi, creando così un saldo fondamento alla critica e alla designazione dei monumenti rimastici. In tal modo il Brunn poté identificare il Marsia di Mirone (1853), l'Eirene di Kephisodotos (1867) e il grande e il piccolo ex voto del re Attalo I di Pergamo. Indipendentemente dalla filologia, il Brunn si propose di giudicare i monumenti antichi dai motivi ispiratori e dalla forma, e più del punto di vista storico gli stette a cuore l'interpretazione metodica e fondata dell'arte. Egli fu tra i primi a porre in rilievo l'autonomia delle opere greche più antiche di fronte alle sculture primitive egiziane e riconobbe nel "principio tettonico il più importante, anzi, il principio fondamentale che domina l'arte ellenica". Il Brunn è stato altresì altamente benemerito per le indagini sui vasi greci dipinti (Probleme in der Geschichte der Vasenmalerei, Monaco 1871, ecc.); per la raccolta di singoli monumenti àntichi (Rilievi delle urne etrusche, Roma 1870) e per l'edizione sistematica dei monumenti antichi (Denkmäler griechischer und romischer Skulptur, a incominciare dal 1888, presso F. Bruckmann a Monaco). Come professore, il Brunn ebbe grande influenza sui suoi scolari, fra i quali fu anche A. Furtwängler. Come pioniere dell'indirizzo nelle ricerche archeologiche ispirato alla critica dell'arte, la sua azione è viva ancor oggi e il pensiero da lui formulato, che cioè l'archeologia deve indagare e stabilire i principi fondamentali che animarono le opere d'arte, ha cominciato a dimostrarsi altamente fecondo soltanto nel più recente indirizzo delle ricerche archeologiche.
Una biografia dettagliata del Brunn ci ha dato W. Amelung nella Allgemeine Deutsche Biographie.
Bibl.: Biographie, LV, 1910, pp. 691-715 e l'elenco completo dei suoi numerosi scritti si trova in Heinrich Brunn's Kleine Schriften raccolte da H. Bulle e H. Brunn, III voll., Lipsia - Berlino 1906, pp. 336-343.