SCHLIEMANN, Heinrich
Nato a Neubuchow (Mecklenburgo) il 6 gennaio 1822, morto a Napoli il 26 dicembre 1890. Dopo un duro tirocinio giovanile, durante il quale imparò da autodidatta alcune lingue antiche e molte lingue moderne, giunse a stabilirsi come commerciante a Pietroburgo. Arricchitosi con abili speculazioni, in particolare durante la guerra di Crimea (1854-1856), invasato fin dalla prima gioventù dalla lettura di Omero, nel 1863 liquidò la propria ditta per andare a riconoscere i luoghi ove si erano svolti gli avvenimenti cantati dal poeta, prendendo a guida unicamente il testo omerico. Comperato un permesso dal governo turco, iniziò nel 1871 scavi sulla collinetta di Hissarlik che lo portarono a definire una fantasiosa topografia omerica della città di Troia e al rinvenimento (tra l'altro) del "Tesoro di Priamo". Gli scavi intrapresi a Micene nel 1874 portarono alla scoperta delle tombe reali, ricchissime di oro. Diresse altri scavi e ricerche ad Orchomenos, Tirinto e in località minori, pur senza ottenere i risultati eccezionali delle indagini a Troia e Micene.
Fu divulgatore entusiasta e immaginoso delle proprie scoperte: Ithaka, der Peloponnes und Troja, Lipsia 1869; Trojanische Altertümer, ivi 1874; Mikenä; ivi 1878; Orchomenos, ivi 1881; Ilios, ivi 1881; Troja, ivi 1884; Tiryns, ivi 1886. Dal 1882 l'architetto W. Dörpfeld gli fu accanto negli scavi di Troia, frenando la caotica attività di lui, inquadrando scientificamente i risultati delle ricerche, ma assorbendone in parte la esaltazione smaniosa.
L'opera dello S. è stata variamente giudicata: avversata (in parte) dalla cultura ufficiale, ebbe il merito di aprire un capitolo fino ad allora ignorato della protostoria del Mediterraneo, e portò al rinvenimento di enormi ricchezze. La sua personalità appare singolare, spesso pittoresca. Abile speculatore, calcolatore equilibrato, freddamente maniaco, lo S. fu un tipico prodotto della Germania bismarckiana. Onori e riconoscimenti (nel 1881 fu nominato cittadino onorario di Berlino), non bastarono a placare il suo animo. I suoi interessi, che traspaiono da una prosa essenziale ed affannata (in particolare nel volume Ilios, ripubblicato come autobiografia dalla moglie [Lipsia 1892], nell'epistolario [1842-1890], pubblicato in due volumi a cura di E. Meyer, Berlino 1953, 1958) attaccati alla meccanica della realtà e insieme smaniosamente protesi al superamento di essa, permettono quasi di cogliere l'indice della flessione della cultura classica operatasi in Germania dopo il 1848. In S. infatti l'antichità classica non divenne mai cultura operante, non condizionò la ricerca di una maturità morale, fu solo curiosità, mondanità, spesso spunto d'arrivismo.
Bibl.: D. Levi, in Enc. It., XXXI, s. v. (con bibl. prec.); una raccolta di scritti dello S. è stata pubblicata anche in italiano con il titolo La Scoperta di Troia, Torino 1962.
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