Scrittore svizzero tedesco (n. fine del sec. 14º - m. inizî del sec. 15º). Incerta perfino l'identificazione della sua personalità. Pare fosse un avvocato della zona di San Gallo, attivo alla corte vescovile di Costanza sul finire del secolo. A lui si deve un poema, quasi 10.000 versi, intitolato Der Ring, databile ai primissimi anni del Quattrocento. Diviso in tre parti, narra dal suo sbocciare al suo tragico concludersi la storia d'amore del contadino Bertschi e della contadina Mätzli, che appartengono però a villaggi diversi, per cui, da un litigio sorto durante il banchetto nuziale, si scatena una vera e propria guerra. Alla fine, distrutto il villaggio dello sposo e rimasto questi vedovo, non gli rimane che la penitenza in un eremitaggio. Accogliendo insegnamenti dalla letteratura dottrinaria del tardo Medioevo, il poema fornisce il suo ammaestramento servendosi d'una sbrigliata fantasia creatrice delle situazioni più varie. Parodiando la società feudale, il poeta intende fornire scherzosamente una specie di enciclopedia del saper vivere, per cui le figure dei contadini appaiono solo come simboli di significati più generali. Il Ring, che pure non ha trovato eco immediata, costituisce una delle testimonianze più valide della letteratura fiorita tra il declinare del Medioevo e la Riforma.