HERRERA, Helenio
Argentina. Buenos Aires, 17 aprile 1916-Venezia, 9 novembre 1997 • Ruolo: terzino sinistro • Squadre di appartenenza: 1931-32: Racing Casablanca; 1932-33: CASG Parigi; 1933-34: Stade Français; 1934-37: Olympique Charleville; 1937-39: Excelsior Roubaix; 1940-42: Red Star Parigi; 1942-43: Entente Stade Français; Poteaux • Vittorie: 1 Coppa di Francia (1941-42) • Carriera di allenatore: Poteaux (1945), Red Star (1946), Stade Français Parigi (1947-48), nazionale francese (1947), Valladolid (1948-49), Atlético Madrid (1949-52), Malaga (1953), Deportivo La Coruña (1953), Siviglia (1953-57), Belenenses (1957-58), Barcellona (1958-60), nazionale spagnola (1958-62), Inter (1960-68), nazionale italiana (con Valcareggi, 1966-67), Roma (1968-73), Inter (1973-74), Rimini (1976-79), Barcellona (1980-81) • Vittorie: 4 Campionati spagnoli (1949-50, 1950-51, 1958-59, 1959-60), 3 Campionati italiani (1962-63, 1964-65, 1965-66), 1 Coppa di Spagna (1958-59), 1 Coppa Italia (1968-69), 2 Coppe dei Campioni (1963-64, 1964-65), 2 Coppe Intercontinentali (1964, 1965), 1 Coppa delle Fiere (1958-60)
Tecnico dell'Inter degli anni Sessanta, Helenio Herrera ha cambiato e valorizzato, con le sue intuizioni geniali e con la straordinaria capacità di gestire la propria immagine, il ruolo dell'allenatore. I suoi proclami pittoreschi, le sue trovate originali (per es., usava consegnare ai propri difensori, alla vigilia delle partite, le foto dei grandi attaccanti avversari che avrebbero dovuto marcare) gli valsero l'appellativo di 'Habla Habla' e quello di 'mago'. Dopo essere stato mediocre difensore e aver acquistato una buona fama come tecnico prima in Francia, poi in Spagna e in Portogallo, Herrera arrivò all'Inter all'inizio del 1960, chiamato da Angelo Moratti e Italo Allodi, lanciando un programma di calcio offensivo e spettacolare (si vantava di attaccare con le ali e i mediani). I primi rovesci e le sue capacità intuitive gli consentirono di capire immediatamente la realtà del calcio italiano e di adeguarvisi, ripiegando su un gioco estremamente pratico ed essenziale, che talvolta si trasformava in un autentico 'catenaccio'. Disponendo di una grandissima difesa (Burgnich, Guarneri, Picchi e Facchetti), di un regista di grande qualità come Luisito Suarez, di un rifinitore raffinato come il mancino Mariolino Corso e di attaccanti implacabili come Sandro Mazzola, Milani, Peirò e infine Boninsegna, sostenuto da una perfetta macchina organizzativa societaria, Herrera dominò per anni la scena nel Campionato, vincendo anche due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. Concluso il suo lungo e fortunato ciclo interista non ebbe altrettanta fortuna nella Roma, dove vinse solo una Coppa Italia nel 1969, prima di iniziare un lento declino.