Scrittore danese (Copenaghen 1870 - Frederiksborg 1937). Tra i rappresentanti più significativi del decadentismo simbolico-religioso, alternò la produzione poetica (Vide blomster "Fiori bianchi", 1892; Digte, gamle og nye "Poesie vecchie e nuove", 1906; Ariel, 1914; Den stille have "Il giardino silenzioso", 1922; Den wilde rose "La rosa selvatica", 1931) a quella drammaturgica (Kongesønner "I figli del re", 1896; Morbus Tellermann, 1907; En mand gik ned fra Ierusalem "Un uomo scendeva da Gerusalemme", 1920; Alt er godt "Tutto va bene", 1928). Affrontò i nodi cruciali della sua riflessione in numerosi saggi (Krig og Aand "Guerra e spirito", 1917; Regenerationen i vort Aandsliv "La rigenerazione della nostra vita spirituale", 1923; Det sjoelelige Gennembrud "La rivoluzione dell'anima", 1928, interpretazione in chiave religiosa del pensiero di Nietzsche). Al suo lungo soggiorno in Italia è ispirata la prosa del volume Italien (1909).