CHÈZY, Helmine von (nata von Klencke)
Scrittrice tedesca, nata a Berlino il 26 gennaio 1783. Graziosa (il suo ritratto fu molte volte dipinto da pittori dell'epoca romantica), irrequieta, smaniosa di vivere e di dominare, e senza alcun controllo su sé stessa, Helmine fu presto travolta in un'esistenza romanticamente turbinosa. Sposa a sedici anni di un barone Hastfer, dopo pochi mesi divorziò (1800), recandosi a Parigi, dove strinse amicizia con Madame de Genlis e annodò relazioni anche con la Staël: in onor di Napoleone incominciò un poema Napoleonide, "sul modello della Gerusalemme liberata", e a Napoleone dedicò il suo Leben und Kunst in Paris (voll. 2,1805-07); ma Napoleone ne ordinò il sequestro. Conosciuto in quel tempo, per il tramite di Federico Schlegel, l'orientalista de Chézy (v.), nel 1803 lo sposò; ma una nuova passione per il poeta Chamisso indusse nel 1810 i coniugi a separarsi. Attiva e coraggiosa infermiera durante la guerra d'indipendenza, fu trascinata dalla sua impulsività in un processo, in cui ebbe a giudice il poeta E. Th. A. Hoffmann, che l'assolse. Passò il resto della sua vita errando di città in città da Heidelberg a Francoforte, a Dresda, a Vienna, a Monaco, agitandosi e scrivendo senza tregua; infine, malata e quasi cieca, si ritrasse a Ginevra, dove morì il 28 gennaio 1856, dopo aver dettato alla nipote Berta Ch. Borngräber le sue memorie. Dei suoi varî racconti, uno solo sollevò vasta attenzione, Emmas Prüfung (1817), lodato dal Tieck, d'ispirazione più o meno direttamente staëliana. E soltanto qualche canto di tipo popolare - come Ach, wie ist's möglich denn, musicato dal Dessauer - è sopravvissuto della sua abbondante lirica (Gedichte, voll. 2,1812, a cui altre minori raccolte seguirono), quasi tutta convenzionale e sentimentale nella maniera del secondo romanticismo. Il libretto dell'Euryanthe (1824) vive essenzialmente per la musica di cui il Weber l'ha rivestito. E dimenticati sono oggi anche i suoi libri descrittivi, che pur godettero per alcun tempo un certo favore, come i Gemälde von Heidelberg, Mannheim, dem Odenwald und Neckartale (1816), che furono replicatamente ristampati. I suoi scritti sono interessanti più che per l'arte, per la psicologia dell'anima romantica e per i frequenti ricordi che vi sono disseminati. Aurikeln (1818) e soprattutto i due volumi di Unvergessenes (1858), sebbene debbano esser letti con qualche cautela, contengono un ricco materiale per la conoscenza degli stati d'animo e della vita letteraria dell'epoca.
Bibl.: W. v. Hosäus, H. v. Ch., in Mitt. d. Vereins für anhalt. Gesch., 1890; E. Reitz, H. v. Ch., diss., Heidelberg 1922; J. Petersen e H. Rogge, A. Chamisso und H. v. Ch., Bruchstücke ihres Brifwechsels, Berlino 1923.