LACHENMANN, Helmut Friedrich
Compositore tedesco, nato a Stoccarda il 27 novembre 1935. Allievo di Luigi Nono dal 1958 al 1960 e di Karlheinz Stockhausen dal 1963 al 1964, dal 1966 ha teorizzato e composto opere di musica concreta strumentale, intendendo con ciò la produzione di rumori e suoni caratteristici della ‘musica concreta’, ottenuti non mediante elaborazioni elettroniche, ma esclusivamente con strumenti acustici tradizionali, attraverso tecniche esecutive non convenzionali. In opposizione alla musica di intrattenimento, le composizioni di L. intendono porsi come baluardi di resistenza del pensiero individuale nei confronti della manipolazione mediatica, alla ricerca non solo di nuovi suoni, ma soprattutto di una maniera alternativa di ascolto, rivendicando così l’appartenenza al pensiero musicale occidentale, sempre teso verso la trasformazione dell’orizzonte estetico.
A partire dalle prime opere di musica concreta strumentale – Air, per percussione e orchestra, 1969; Pression, per violoncello, 1969; Dal niente (Interieur III) per clarinetto, 1970; Kontrakadenz, per orchestra, 1970 – la sua musica si è distinta per il radicalismo estremo: «Un compositore non deve semplicemente creare della musica, [...] dovrebbe con ogni mezzo reinventare l’idea di musica» (Lachenmann, Rihm 2010, p. 24) e per il rifiuto della consuetudine: «La bellezza è il rifiuto dell’abitudine» (p. 17). La ricerca timbrica di L. punta a creare una nuova condizione di verginità del suono, azzerando il portato storico della tradizione anche in contrasto con espliciti riferimenti alla musica del passato; si vedano, per es.: Accanto, per clarinetto e orchestra, 1975, in riferimento al Concerto per clarinetto di Wolfgang Amadeus Mozart, oppure Tanzsuite mit Deutschlandlied, 1980, ricca di rimandi a Lieder popolari tedeschi o alla Sinfonia ‘pastorale’ dell’Oratorio di Natale di Johann Sebastian Bach. La sperimentazione sui modi di produzione sonora degli strumenti è particolarmente ardita anche nei tre quartetti per archi: Gran torso, 1971, 1976, 1988; Reigen seliger Geister, 1989; Grido, 2001; e a partire dalle Consolations, 1968, si è estesa all’articolazione vocale raggiungendo esiti notevoli in “...zwei Gefühle...”, Musik mit Leonardo per due speaker e grande ensemble, 1992, spesso eseguita con il compositore medesimo nella parte dello speaker, e Das Mädchen mit den Schwefelhölzern, musica con immagini, per grande orchestra e solisti, 1996.
Per le sue caratteristiche estreme, l’opera di L. ha suscitato reazioni controverse ed è stata insignita di prestigiosi riconoscimenti, tra cui il premio Ernst von Siemens, nel 1997, e il Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia nel 2008.
Bibliografia: H. Lachenmann, Musik als existentielle Erfah rung. Schriften 1966-1995, Wiesbaden 1996; H. Lachenmann, W. Rihm, Conversazioni e scritti, a cura di E. Restagno, San Giuliano Milanese 2010; Alla ricerca di luce e chiarezza. L’epistolario Helmut Lachenmann-Luigi Nono (1957-1990), a cura di A.I. De Benedictis, U. Mosch, Firenze 2012.