HEISSENBUTTEL, Helmut
Scrittore tedesco, nato a Rüstringen (Wilhelmshaven) il 21 giugno 1921. Influenzato, fra l'altro, dalla filosofia del linguaggio di Wittgenstein, muove dall'ambito linguistico per farsi interprete e più ancora testimone della crisi esistenziale e sociale dell'epoca. La meccanizzazione, che investe ogni aspetto del reale umanamente controllabile, copre anche il campo del verbalmente esprimibile; di qui, non in via semplicemente sperimentale, la meccanizzazione anche dell'espressione verbale più consapevolmente formalizzata, quella poetica, sottratta alla sua sintassi convenzionale in vista di una controllata essenzialità. In opposizione ad altre poetiche d'avanguardia, e in particolare a quella concretistica, H. nega alla lirica la funzione mediatrice di contenuti emozionali, che per altri tramiti trovano più adeguata possibilità di estrinsecarsi, ma pure ad essa affida la funzione d'informare sulla condizione dell'uomo, ossessivamente ripetitiva di errori.
Alle raccolte di liriche, sintomaticamente intitolate Kombinationen (1954) e Topographien (1956), tiene dietro la serie dei 6 Textbücher (1960-67), prosa e lirica spesso serialmente insistita ma senza spunti e tanto meno slanci di progressività, spesso giocata sul montaggio di citazioni e ripetizioni, a distogliere la lirica dalla sua pretesa d'inventività per donarla invece al suo compito di ricapitolazione dell'effettuale. Sulla stessa traccia, sia pure con qualche maggiore concessione a un gusto abituale, la nuova serie dei Projekte, come il 'romanzo' D'Alemberts Ende (1970) e 13 brevi 'drammi didascalici' dal titolo comune Das Durchhauen des Kohlhaupts (1974). Nel campo esclusivo della teorizzazione da ricordare, fra l'altro, Briefwechsel über Literatur (con H. Vormweg, 1969, trad. it. Milano 1972).
Bibl.: H. Pätzold, Theorie und Praxis modernen Schreibweisen. Am ßeispiel von Siegfried Lenz und H. H. Heissenbüttel, Bonn 1976.