Plessner, Helmut
Filosofo tedesco (Wiesbaden 1892 - Gottinga 1985). Studiò zoologia e filosofia nelle univv. di Friburgo, Heidelberg, Gottinga ed Erlangen. Dal 1926 prof. straordinario di filosofia a Colonia, all’avvento del nazismo dovette lasciare la cattedra e la Germania (1933) e si trasferì a Groninga (1934-51); tornato in Germania, dal 1951 tenne la cattedra di sociologia a Gottinga. Con Scheler è considerato tra i fondatori dell’‘antropologia filosofica’, per la sua concezione dell’uomo come essere eccentrico rispetto agli altri viventi. Tale concezione porta P. a respingere non soltanto le dottrine creazionistiche o le ipotesi evoluzionistiche troppo rigide, ma anche qualsiasi pretesa d’individuare leggi rigorose e finalistiche nella storia, in base a concezioni come quella di ‘progresso’ o di ‘storia universale’, rivendicando invece la storicità sempre concreta e determinata come dispiegarsi delle capacità inventive e creative dell’uomo. Le sue principali opere sono: Die Einheit der Sinne, Grundlinien einer Aesthesiologie des Geistes (1923); Das Schicksal deutschen Geistes im Ausgang seiner bürgerlichen Epoche (1935, ristampa con il titolo: Die verspätete Nation, 1959); Lachen und Weinen. Eine Untersuchung nach den Grenzen menschlichen Verhaltens (1941; trad. it. Il riso e il pianto: una ricerca sui limiti del comportamento umano); Zwischen Philosophie und Gesellschaft (1953); Conditio humana (1964); Diesseits der Utopie (1966; trad. it. Al di qua dell’utopia: saggi di sociologia della cultura); Die Frage nach der Conditio humana. Aufsätze zur philosophischen Anthropologie (1976).