HEMMERLI (o Hemmerlin), Felix, detto Malleolus
Umanista e scrittore politico-religioso, nato a Zurigo, da famiglia già da tempo ivi stabilita, nel 1388, morto a Lucerna fra il 1461 e il '64. Studiò a varî intervalli all'università di Erfurt (1406,1413) e specialmente all'università di Bologna (1408-12; 1423-24) dove conseguì il titolo dottorale nel diritto canonico il 7 settembre 1424. Quivi strinse amicizia con Pietro Aristotile, B. da Saliceto, Antonio Albergati, il Lamola ed altri glossatori e canonisti. Nei suoi scritti si trovano anche tracce d'un suo viaggio a Napoli e a Roma. Intanto, negl'intervalli dei suoi studî di diritto, egli era divenuto canonico di Zurigo nel 1413, aveva preso parte al Concilio di Costanza e nel 1421 era divenuto prevosto di Soletta. Ma il suo carattere battagliero e intransigente, la sua austerità, gli aspri assalti che egli aveva rivolto contro l'immoralità del clero, gli avevano creato uno stuolo di nemici. Invano egli tentò di ottenere la prevostura del capitolo di Zurigo: se volle tornare nella sua città natale, dovette accontentarsi dell'ufficio di cantore. Quivi rimase dal 1427 fino al 1454, quando cioè, per la sua palese amicizia con i duchi d'Austria, fu relegato dai suoi connazionali in un monastero di minoriti di Lucerna dove figurava già morto nel 1464.
Coltissimo (possedeva tra l'altro una biblioteca di 500 volumi) e portato naturalmente alla polemica, egli fu autore di numerosi scritti, nei quali, se non appare sempre il precursore della Riforma che molti hanno veduto in lui (scrisse contro i Lollardi, né attaccò mai il dogma) pure rivela il libero spirito critico del sec. XV volto a combattere specialmente la corruzione del clero e, nella politica, incline a sostenere l'Austria contro gli Svizzeri. Tali sono il De libertute ecclesiastica, il Dialogus de consolatione inique suppressorum, il più famoso Dialogus de nobilitate, dedicato all'imperatore Federico III (editi a Basilea nel 1497) il Passionale e il Registrum querelae, ancora inediti. Tutti gli scritti di H. furono posti all'Indice dal Concilio tridentino.
Bibl.: Schneider, art. H., in Realencyclopädie für protestantische Theologie und Kirche, VII, Lipsia 1899.