LORENTZ, Hendrik Anton
Fisico-matematico olandese, nato ad Arnhem il 18 luglio 1853, morto a Haarlem il 4 febbraio 1928. Professore di fisica matematica nell'università di Leida dal 1878 al 1923, fu quindi nominato direttore delle ricerche all'Istituto Teyler di Haarlem.
Nel 1875 pubblicò il suo primo lavoro sulla riflessione e rifrazione della luce nei metalli; e proseguì con altre note di fisica teorica, le quali, pubblicate in lingua olandese nelle Archives Néerlandaises, nmasero dapprima poco conosciute. Nel 1880 discusse teoricamente le relazioni fra gl'indici e densità di un corpo, ottenendo la spiegazione fisica della dispersione; e così per primo riuscì a mostrare come si possano investigare le proprietà di un corpo in base alla sua costituzione molecolare. Lord J. W. Rayleigh e Oliver Lodge lo fecero allora conoscere in Inghilterra; e fu il principio della sua fama. L'indirizzo di studî così proseguito, e continuato negli anni successivi, doveva presto condurlo a dare i fondamenti della fisica nuova. Caposaldi in questo cammino furono tre sue memorie del 1892, ove, discutendo la teoria elettromagnetica maxwelliana nelle sue applicazioni ai fenomeni di trascinamento, diede le prime idee sulla costituzione elettronica della materia, e la prima forma di quelle trasformazioni spazio-temporali che presero poi il suo nome e furono utilizzate da A. Einstein tredici anni dopo; e per spiegare il risultato negativo dell'esperienza di Michelson-Morley introdusse indipendentemente da G. F. Fitzgerald l'ipotesi della contrazione dovuta al trascinamento. Nel 1895 pubblicò a Leida il suo celebre opuscolo Versuch einer Theorie der elektrischen und optischen Erscheinungen in bewegten Körpern (ristampa, Lipsia 1906), nel quale, prendendo ancora le mosse dalla discussione dei fenomeni di trascinamento, mostrò come le proprietà fisiche e i fenomeni della materia ponderabile si possano ricondurre ad azioni e a movimenti di cariche elettriche elementari; e formò così una teoria elettromagnetica nuova, riformata in confronto a quella maxwelliana, e capace di rendere conto dei fenomeni dal punto di vista "elementare" o "microscopico". Erano così dati i fondamenti di quella che è divenuta poi la fisica del secolo XX. L'importanza decisiva di quest'opera non fu apprezzata dapprima in tutta la sua integrità, perché il premio Nobel gli fu conferito nel 1902, a metà con P. Zeemann, con la motivazione di avere previsto il fenomeno che da quest'ultimo fisico fu verificato sperimentalmente e prese il nome di lui. La costruzione teorica lorentziana, rifusa in forma definitiva col nome di teoria elettronica, fece oggetto di conferenze che egli tenne in Europa e in America. Continuò a scrivere su argomenti varî della fisica della materia e dell'elettricità: le sue investigazioni teoretiche ulteriori sui fenomeni di trascinamento, apparse nel 1899, e nel 1902-3-4, condussero gradualmente alla teoria della relatività einsteiniana.
In sua memoria fu istituita la fondazione Lorentz.
Opere: Oltre quelle ricordate pubblicò varî libri d'insegnamento, incominciando da uno sul calcolo differenziale e integrale e un trattato Beginselen d. Natuurkunde, pubblicati a Leida, in varie edizioni, dal 1883 al 1922. Due monografie fondamentali sulla teoria matematica dell'elettricità, nella Encykl. der Mathemat. Wissenschaften, V,1, 1901; The theory of electrons, Lipsia 1909 Lezioni sulla fisica teoretica tenute all'università di Leida, in olandese; traduz. tedesca col titolo Vorlesungen, ecc., voll. 5, Lipsia 1919 e 1920. Memorie riunite sotto il titolo Abhandlungen über theoretische Physik, in più volumi, Lipsia 1907 e successivi.