Lefebvre, Henri
Filosofo francese (Hagetmau, Landes, 1901 - Pau, Bassi Pirenei, 1991). Insegnò sociologia nelle univ. di Strasburgo e poi (1967) di Nanterre. Entrò nel Partito comunista francese nel 1928, partecipò alla Resistenza, ma abbandonò il partito dopo l’invasione sovietica dell’Ungheria (1956). Dopo una prima giovinezza anarchica, aderì al marxismo e si volse a un’interpretazione sistematica della realtà, fondata sulle tesi del materialismo dialettico e storico. Come studioso di Marx, mise in luce l’importanza degli scritti economico-filosofici giovanili, che – a suo giudizio – contengono le premesse, mai rinnegate, delle opere successive. Importanti anche le sue riflessioni sull’arte come esperienza capace di scardinare la banalità delle scelte convenzionali, e portare a una soppressione della quotidianità. Tra le sue opere si segnalano: La conscience mystifiée (in collab. con N. Guterman, 1936; trad. it. La coscienza mistificata); Le matérialisme dialectique (1939; trad. it. Il materialismo dialettico); Critique de la vie quotidienne (1947; trad. it. Critica della vita quotidiana), Logique formelle, logique dialectique (1947); Contribution à l’esthétique (1953); La somme et le reste (2 voll., 1959); Introduction à la modernité (1962); Le langage et la société (1966; trad. it. Linguaggio e società); La révolution urbaine (1970; trad. it. La rivoluzione urbana).