Romanziere danese (Fredericia 1857 - Copenaghen 1943). Fu il più rappresentativo interprete del naturalismo danese. Dopo alcuni volumi di racconti (Landsbybilleder "Immagini paesane", 1883; Fra hytterne "Dalle capanne", 1887; Skyer "Nubi", 1890) e romanzi (Sandinge Menighed "La comunità di Sandinge", 1883; Isbjørnen, 1887, trad. it. L'orso polare, 1971), incentrati sul mondo arcaico contadino, scrisse le sue maggiori opere, di carattere, più che poetico, storico e culturale sulla società danese moderna: Det forjcettede Land ("La terra promessa", 1891-95); Lykke Per ("Piero il fortunato", 1898-1904). Il tono descrittivo-satirico s'incupisce maggiormente negli altri romanzi: De dødes rige ("Il regno dei morti", 1912-16); Mands Himmerig (1927; trad. it. Il paradiso dell'uomo, 1971), nei quali l'autore si fa amaro cronista del trionfo, che è insieme una crisi, della fede umanitaria e democratica maturata in seno al liberalismo danese. Notevole come testimonianza documentaria il volume autobiografico Undervejs til mig selv ("Alla ricerca di me stesso", 1943). Nel 1917 P. divise con K. A. Gjellerup il premio Nobel.