Koster, Henry
Nome d'arte di Hermann Kosterlitz, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico tedesco, naturalizzato statunitense, nato a Berlino il 1° maggio 1905 e morto a Camarillo (California) il 21 settembre 1988. Rappresentante esemplare del cinema hollywoodiano medio dell'epoca classica, fu dotato di un tocco leggero e arguto e si specializzò nella realizzazione di film modesti ma sempre salutati da un notevole successo di pubblico. Regista d'attori, legò il suo nome a interpreti amati dal pubblico come Deanna Durbin, Betty Grable e James Stewart, specializzandosi in musical e commedie per famiglie. Legato ai grandi studios, K. lavorò per la Universal Pictures, la Metro Goldwyn Mayer e la 20th Century-Fox. Nel 1947 ottenne una candidatura all'Oscar per la regia della commedia The bishop's wife (1947; La moglie del vescovo), interpretata da David Niven e Cary Grant.Cresciuto in una famiglia dagli spiccati interessi artistici, K. si avvicinò molto giovane al cinema grazie allo zio proprietario di una sala cinematografica berlinese. Allievo di Curtis Bernhardt, per il quale lavorò come aiuto regista, fu costretto ad abbandonare la Germania nel 1933 a causa delle leggi razziali. A Parigi, dove si rifugiò, conobbe Joseph Pasternak, rappresentante europeo della Universal, assieme al quale nel 1936 si trasferì a Hollywood dove realizzò, l'anno successivo, Three smart girls (Tre ragazze in gamba). Il successo del film permise alla Universal di rimettere in piedi la propria disastrata situazione finanziaria e rivelò una giovanissima Deanna Durbin. I tratti salienti della produzione di K. furono subito evidenti: sceneggiature ben calibrate, interpreti efficaci e gradevoli e una regia costantemente al servizio dell'intreccio e pertanto pressoché invisibile come risulta evidente in film quali First love (1939; Il primo bacio), It started with Eve (1941; La prima è stata Eva), Two sisters from Boston (1946; Due sorelle di Boston), The bishop's wife e The inspector general (1949; L'ispettore generale) con Danny Kaye. Questo stile volutamente sottotono permise al regista di porsi al servizio degli studios garantendogli una reputazione di efficace e affidabile artigiano. E se la maggior parte dei suoi lavori, legati a formule e codici stereotipati, non ha retto all'usura del tempo, ciò che emerge è comunque la limpidezza di una sintassi cinematografica elementare ma a suo modo testimone del momento di massimo sviluppo economico ed estetico di Hollywood. Si distacca nettamente dallo stile di K., in quanto percorso da inquietudini estranee al resto della sua produzione, Harvey (1950), interpretato da un ottimo James Stewart, commedia surreale, retta da superbi dialoghi e incentrata sulla storia di uno scapolo svagato che dialoga con un invisibile coniglio bianco. Film rivalutato anche dalla critica più indifferente al suo cinema, presenta interessanti spunti che K. però non avrebbe più sviluppato in seguito. Nel 1953 diresse The robe (La tunica), il primo film in Cinemascope, prevedibile kolossal epico che lascia comunque ancora una volta emergere la grandissima confidenza di K. con la retorica spettacolare del cinema della sua epoca. Diresse poi celebri attori come Marlon Brando in Désirée (1954), un altro dramma storico, David Niven in My man Godfrey (1957; L'impareggiabile Godfrey), remake del film di Gregory La Cava del 1936, Ava Gardner in La Maja desnuda (1958) diretto insieme a Mario Russo, e James Stewart in Mr. Hobbs takes a vacation (1962; Mister Hobbs va in vacanza). Ritiratosi a vita privata dopo aver diretto nel 1965 Dear Brigitte (Erasmo il lentigginoso), ancora con James Stewart e in cui appare anche Brigitte Bardot nella parte di sé stessa, e nel 1966 The singing nun (Dominique), K. è ricordato soprattutto come solido professionista, esponente di una Hollywood fautrice di sogni spensierati e di conflitti che si ricompongono nell'ambito dell'unità familiare.