BUTTERFIELD, Herbert
Storico, filosofo della storia, nato il 7 ottobre 1900; professore di storia moderna nell'università di Cambridge dal 1944, vicecancelliere dell'università dal 1959.
Come storico, il B. ha inteso reagire alla tradizionale interpretazione whig della storia inglese, che strumentalizzando, a suo avviso, ideologicamente l'indagine storica e introducendovi un giudizio di valore che le è estraneo, impedirebbe di cogliere la complessità delle correnti che sono alla base e all'interno dello sviluppo costituzionale, politico e sociale dell'Inghilterra. Tali concetti egli ha esposto in The whig interpretation of history (Londra 1931) e in The Englishman and his history (Cambridge 1944). Ma, superato l'iniziale orientamento polemico, di questa interpretazione ha sottolineato l'importanza e il carattere non arbitrario in sede di concreta ricerca storica nelle attente e nuove indagini dedicate all'età georgiana, George III, Lord North, and the people, Londra 1949 e George III and the historians, New York 1957 (converrà qui ricordare, per il rilievo che assume nella produzione storica del B., anche un'altra opera rivolta ad altro settore d'interessi, The origins of modern science, 1300-1800, Londra 1949).
Contemporaneamente il B. ha orientato la propria riflessione in senso speculativo, tracciando soprattutto in Christianity and history, Londra 1949, e History and human relations, Londra 1951, le linee di una concezione della storia che trova il suo fondamento nel libero operare degli individui (pur se ogni libero processo storico è condizionato dai risultati di antecedenti processi) e trae la sua validità e il suo significato dal rapporto con la trascendenza. Se il B. da un lato intende polemizzare con l'impostazione storiografica marxista, dall'altro, attribuendo alla personalità umana un significato metafisico, approda ad una visione della storia orientata religiosamente, che postula nella personalità divina la garanzia della libertà umana. Diversamente dal Toynbee, però, che afferma un plurimo progresso necessario di civiltà, in cui si realizza un disegno divino, il B. nel rivalutare il concetto di provvidenza lo pone in antitesi alla concezione immanente di un progresso necessario.
Bibl.: K. E. Erdmann, in Historische Zeitschrift, 1950, pp. 77-88; P. Rossi, Teoria della storia e metodologia storiografica nel pensiero inglese contemporaneo, in Riv. stor. ital., LXVI (1954), pp. 82-86.