HERMAN, Woodrow Charles, detto Woody
Direttore d'orchestra, clarinettista e sassofonista statunitense di jazz, nato a Milwaukee (Wisconsin) il 16 maggio 1913, morto a Los Angeles il 29 ottobre 1987. Precoce solista di clarinetto, nel 1936 formò la sua prima orchestra. Con uno stile improntato a una fusione del jazz tradizionale bianco con lo swing, ottenne col brano Woodchopper's ball (1939) un enorme successo. Tra il 1944 e il 1946 l'orchestra, denominata The First Herd, compì un salto di qualità, elaborando uno stile originale, grazie all'entrata di strumentisti di alto livello e a nuovi arrangiamenti (di N. Hefti e R. Burns).
Sui molti brani rappresentativi di questo periodo spicca Summer sequence, una suite che fu presentata alla Carnegie Hall di New York il 25 marzo 1946, allorché la formazione di H., fusa con l'Orchestra Filarmonica di New York, eseguì anche l'Ebony concerto, che I. Stravinsky, grande estimatore di H., aveva voluto scrivere per il suo First Herd.
Nel dicembre del 1946, al culmine del successo internazionale, H. sciolse l'orchestra, ritirandosi a Hollywood. Nell'autunno del 1947 decise però di ricostituire un'orchestra profondamente diversa.
Del vecchio organico nel Second Herd restarono solo Sh. Rogers, Burns e D. Lamond; tra i nuovi elementi spiccavano i sassofonisti S. Getz, Z. Sims, H. Steward (poi sostituito da Al Cohn) e S. Chaloff, i cosiddetti Four brothers, che, legati al magistero stilistico di L. Young, caratterizzarono il linguaggio dell'orchestra, orientandolo verso l'emergente cool jazz. Quando nel 1949 i Four brothers lasciarono l'orchestra, questa andò via via declinando.
Nel 1952 H. ricostituì una nuova orchestra, nota come il Third Herd, con la quale compì la sua prima tournée europea (1954) e incise buoni dischi (Road band, 1954-55; The Woody Herman band, 1955). Dal 1955 in poi, con orchestre sempre diverse, registrò dischi di buon livello, partecipò ai festival di Juan les Pins (1965) e di Monterey (1967) e compì varie tournées in Europa, spesso sotto l'egida del Dipartimento di stato. Il repertorio fu rinnovato anche con brani della musica pop, operazione giudicata negativamente dalla critica, ma si tratta di lavori prodotti in temperie di patente declino: il periodo aureo di H. − il più grande bandleader bianco assieme a Stan Kenton − resta senz'altro il decennio 1945-55.
Bibl.: E. Edwards, W. Herman, Brande 1961; G. Hall, B. Karst, W. Herman, Whittier 1965; A. Polillo, Jazz - La vicenda e i protagonisti della musica afro-americana, Milano 1975; J.A. Treichel, Keeper of flame: W. Herman and the Second Herd, Zephyrhills (Florida) 1978; C. Ganod, W. Herman and his Orchestra, 1936-1947, ivi 1985; Id., W. Herman and his Orchestra, 1948-1957, ivi 1986; S. Voce, W. Herman, Londra 1986.