GOSSEN, Hermann Heinrich
Economista, nato a Düren (Aquisgrana) il 7 novembre 1810, morto a Colonia il 13 febbraio 1858. Nel 1854 diede alle stampe un libro, in cui intese rinnovare la scienza economica, dandole basi matematiche. Il volume passò allora inosservato e soltanto assai più tardi (1879) acquistò improvvisa notorietà quando G. S. Jevons riconobbe che il G. lo aveva preceduto riguardo ai principi e al metodo della teoria economica.
L'opera del G., intitolata Entwickelung der Gesetze des menschlichen Verkehrs und der daraus fliessenden Regeln für menschliches Handeln (Brunswick 1854; 2ª ed., Berlino 1889), muove dal principio che all'attività economica presiedono le leggi del piacere (Genuss), in virtù delle quali l'uomo, perseguendo il proprio benessere, contribuisce in pari tempo al maggior benessere dell'aggregato sociale. Ma due ostacoli si frappongono al conseguimento del massimo piacere individuale: la mancanza di capitali e la proprietà privata delle terre. Al primo suggerisce di ovviare mediante una cassa di prestiti gestita dallo stato; al secondo mediante un sistema di nazionalizzazione del suolo. A tali conclusioni, consone alla filosofia utilitaria del tempo, l'autore giunge attraverso un'originale teoria dell'utilità (designata con la parola Werth "valore") e dello scambio, che precorre quella odierna dell'"equilibrio economico". Il G. dimostra che la graduale soddisfazione del bisogno fa scemare l'ampiezza del piacere fino alla sazietà; che il ripetersi delle condizioni producenti il piacere dà un godimento sempre minore; che un periodo di tempo può usarsi più vantaggiosamente ripartendolo in guisa che l'intensità della soddisfazione sia la stessa per ogni specie di piacere. All'impiego dei beni del mondo esteriore, atti a dare il piacere, applica pure la legge dell'utilità decrescente. Analizza poi il lavoro richiesto per produrre i beni, e constata che, col trascorrere del tempo, aumenta da un lato la fatica e dall'altro diminuisce l'utilità del prodotto; sicché, quando la prima eguaglia la seconda, il lavoro cessa. Con metodo analogo studia lo scambio e giunge alla conclusione che "la più grande felicità" si consegue a condizione che l'utilità finale dell'ultimo incremento di un bene sia la stessa per tutti.
Bibl.: G.S. Jevons, Theory of Political Economy, 2ª ed., Londra 1879; L. Walras, Un économiste inconnu, in Journal des écon., s. 4ª, XXX (1885), p. 68 segg.; Handwört. d. Staatswissenschaften, 3ª ed., Jena 1910, V, p. 45; Ch. Gide e Ch. Rist. Hist. des doctrines écon., 5ª ed., Parigi 1926, p. 679 segg.