HETTNER, Hermann
Storico della letteratura e delle arti figurative, nato il 12 marzo 1821 a Niederleysersdorf presso Goldberg (Slesia), morto a Dresda il 29 maggio 1882. Si addottorò in Halle nel 1843, dimorò in Italia dal 1844 al 1847, conseguì la libera docenza a Heidelberg nel 1847, passò professore straordinario nel 1851 a Jena, donde si trasferì (1855) a Dresda, direttore della raccolta di antichità e del museo di gessi e poi anche (dal 1871) professore di storia dell'arte al politecnico.
Si educò alla filosofia nel circolo dei "giovani hegeliani". Del suo interesse per le idee, del suo atteggiamento antidogmatico e del suo senso per il concreto, testimoniano gli scritti Zur Beurtheilung L. Feuerbachs, Brunswick 1844, e Gegen die spekulative Ästhetik, Brunswick 1845. Il più cospicuo frutto del suo soggiorno in Italia è la Vorschule zur bildenden Kunst der Alten, Brunswick 1848; i principali saggi sulla storia dell'arte soprattutto italiana, si trovano raccolti nelle Kleine Schriften (Brunswick 1884). Dalle lettere indirizzate alla moglie durante un viaggio in Grecia nel 1852, nacquero le Griechische Reiseskizzen (Brunswick 1853). Ma l'interesse principale del H. fu per la letteratura. Del 1850 è Die romantische Schule in ihrem inneren Zusammenhange mit Goethe und Schiller, in cui forse per primo risalì alle origini di quel moto di cui aveva assistito all'involuzione reazionaria e chiesastica, e di cui giudicò aspramente lo scarso senso della forma; del 1852 è Das moderne Drama (ristampato nei Deutsche Literaturdenkmale des 18. u. 19. Jahr., Berlino 1924). Ma l'opera della sua vita fu la Literaturgeschichte des 18. Zahrhunderts, in cui con "epica ampiezza", rappresentò successivamente la letteratura inglese dal 1660 al 1770 (1856), la francese (1800) e la tedesca dalla pace di Vestfalia all'ideale dell'umanità del Goethe e dello Schiller (1862-70). Disegnata con semplicità, deitata da un gusto formatosi sul Goethe e sull'arte italiana del Rinascimento, animata dall'ideale della Bildung, la sua ispirazione è da ricercarsi, oltre che nel gusto del H., aborrente dalle nebulosità mistico-romantiche e dalla rozzezza popolaresca, e nell'interesse che l'illuminismo suscitò in Germania fra il 1835 e il 1855 circa, nelle convinzioni politiche del suo autore, il quale vide nel rispetto dell'individualità la condizione indispensabile per una viva cultura.
Bibl.: A. Stern, H. H., Lipsia 1885; carteggio con G. Keller, in Euphorion, XXVIII (1927), pp. 411-70; ibid., anche XXIX (1928), pp. 410-66, le lettere del H. a Fanny Lewald e A. Stahr; J. Moleschott, H. H.s Morgenroth, Giessen 1883; W. Creizenach, in Allg. Deutsche Biographie, LV, Lipsia 1910, pp. 776-82; R. Unger, in Gesammelte Studien, II, Berlino 1929, pp. 163-173. Il migliore studio storico-critico è E. A. Boucke, Aufklärung, Klassik und Romantik. Eine kritische Würdigung von H. H.s, ecc., Brunswick 1925.