SUDERMANN, Hermann
Poeta drammatico e romanziere tedesco, nato a Matziken nella Prussia Orientale il 30 settembre 1857, morto a Berlino il 21 novembre 1928. Dopo alcuni anni di giornalismo, visse, libero da altri impegni, come scrittore.
Nel 1888 ebbe sul teatro uno spettacoloso trionfo a Berlino col dramma Die Ehre, e dominò d'allora in poi per quasi due decennî le scene di tutta Europa, particolarmente con i drammi Die Ehre, Sodoms Ende (1891), Heimat (1893), Johannisfeuer (1900), Stein unter Steinen (1905). Lo sfondo vi è naturalistico; ma peculiare vi è il senso dell'effetto scenico, l'abilità nel determinare situazioni d'intensità drammatica, animandole con un dialogo che è spesso carico di pathos, anche se non rifugge né dalla facile eloquenza né dalla brutalità. E finché il clima del naturalismo prevalse, l'impressione che S. produsse fu grande. Ma quando le aspirazioni a un "teatro di poesia" incominciarono a farsi vive, venne la reazione. Gli venne negata ogni capacità creativa, si dichiarò che egli sfruttava a fini teatrali tutti gli elementi deteriori del naturalismo. Ed era - anche questo - ingiusto. Il suo primo romanzo Frau Sorge (1887), a fondo autobiografico, rivela la sua attitudine a delineare una figura e - più ancora - la suggestiva atmosfera di un ambiente, lasciandosi guidare soltanto dalla necessità interiore del suo sentimento della vita. L'opuscolo Verrohung in der Theaterkritik (1902), con cui egli reagì contro i suoi critici, e le lettere alla moglie, mostrano come in realtà non solo al successo mirasse, ma al valore intrinseco dell'opera, all'arte. Ma, appena si metteva a scrivere, la tentazione dell'effetto sicuro si faceva più forte di lui. Inoltre il limite della sua spontaneità era angusto: il sentimento doloroso del grigiore della vita nell'opprimente materialità di ambienti umili o piccolo-borghesi dove ogni slancio è soffocato; e invece volle tentare i più alti voli, discutere tutte le più ardenti questioni. La tenacia, con cui egli perseguì nel suo lavoro, impone rispetto: nello spazio di trenta anni fu un ininterrotto susseguirsi di drammi (oltre ai già citati, v.: Die Schmetterlingsschlacht, 1895; Morituri: tre Einakter, 1896; Johannes, 1898; Die drei Reiherfedern, 1899; Es lebe das Leben, 1902; Das Blumenboot, 1905; Rosen, 1907; Strandkinder, 1909; Der Bettler von Sirakus, 1912; Die Freundin, 1915; Regine, 1916; Die Raschoffs, 1920; Das deutsche Schicksal, 1921; Die Denkmalsweihe, 1923; Der Hasenfeldhändler, 1927), di commedie (Der Siurmgeselle Sokrates, 1903; Die gutgeschnittene Ecke, 1915; Das höhere Leben, 1915; Die Hüter der Schwelle, 1921), di novelle (Im Zwielicht, 1886; Geschwister, 1888; Jolanthes Hochzeit, 1892; Die indische Lilie, 1911; Litauische Geschichten, 1917), di romanzi (Der Katzensteg, 1890 Es war, 1894; Das hohe Lied, 1908; Der tolle Professor, 1926; Die Frau aes Steffen Tromholt, 1927; Purzelchen, 1928). E dentro c'è di tutto: descrizioni realistiche della vita, problemi sociali, filosofici, religiosi, storia, fiaba. Ma il meglio resta pur sempre dove l'ambizione di volo è meno alta, come nelle Litauische Geschichten, o nei due primi romanzi e nei primi drammi.
Opere: Romane und Novellen, 1ª serie, voll. 6, Stoccarda 1919 e segg., 2ª serie, voll. 4, ivi 1928 e segg.; Dramatische Werke, voll. 6, ivi 1923 segg. Autobiografia: Das Bilderbuch meiner Jugend, Stoccarda 1922. Lettere: Briefe H. S.s an seine Frau, 1891-1924, a cura di I. Leux Stoccarda 1932.
Bibl.: W. Kawerau, H. S., Magdeburgo 1899; H. Landsberg, H. S., Berlino, 2ª ed., 1906; H. Schoen, H. S., poète dramatique et romancier, Parigi 1904; J. Axelrod, H. S., Stoccarda 1907; K. Knortz, H. S.s Dramen, Halle 1908; K. Busse, H. S., sein Werk und sein Wesen, Stoccarda 1927; I. Leux, H. S., Eine individualanlytische und schaffensprychologische Studie, ivi 1931; F. Sternberg, Ibsen-S., Trieste 1931.