WELCKER, Hermann
Anatomico, antropologo, nato a Giessen l'8 aprile 1822, morto a Winterstein, presso Gotha, il 12 settembre 1897. Iniziò i suoi studî a Bonn e li terminò a Giessen nel 1851, laureandosi in medicina e chirurgia. Dopo un breve assistentato in clinica medica, acquistava la libera docenza in anatomia nel 1853. Divenne ordinario di anatomia a Halle nel 1866 e, nel 1876, direttore dell'istituto, posizione che occupò fino al 1893.
Fu scienziato assai versatile nei campi della medicina e delle scienze naturali. Introdusse il microtomo nella tecnica microscopica, alla quale apportò anche metodi diversi per misurare la profondità degli oggetti microscopici. Perfezionò la tecnica di K. Vierordt per il calcolo del numero dei corpuscoli rossi del sangue e introdusse a questo scopo anche metodi colorimetrici. Stabilì metodi per misurare la massa del sangue nell'uomo e negli animali. Diede ancora buoni studî sui ventricoli cerebrali, sulla colonna vertebrale e sulle articolazioni. Più noti, nel campo dell'antropologia, sono i suoi studî sui rapporti fra cranio e profilo fisionomico nel vivente, avendo egli indagato questi rapporti sul cranio di Schiller, Kant, Raffaello, Dante. Noti sono ancora i suoi due sistemi per il calcolo della capacità encefalica dalle misure brute.
Da un punto di vista dottrinale sono assai più importanti i lavori seguenti. In Untersuchungen über Wachsthum und Bau d. menschlichen Schädels, Lipsia 1862, egli stabiliva delle correlazioni fra la forma generale del cranio cerebrale, il prognatismo e la base del cranio, correlazione di grande importanza per una dottrina generale del cranio umano. In un articolo del 1866, e più esplicitamente in Die Kapacität und die drei Hauptdurchmesser der Schädelkapsel bei den verschiedenen Nationen (in Arch. für Anthrop., XVI, 1885, pp. 1-159), stabiliva tipi diversi di architettura del cranio cerebrale, che la ricerca posteriore ampiamente confermava e sviluppava. Egli fu il primo a distinguere chiaramente fra caratteri architetturali ed etnologici del cranio, negando ai primi valore a distinguere le razze umane. In complesso può dirsi che il W. ebbe chiare intuizioni di ciò che la ricerca craniologica più moderna ha stabilito, pur non arrivando egli a un sistema coerente e completo.