HERMANN
Nome comune a diversi fonditori tedeschi (v. Hermannus) attivi nel corso del sec. 14° nelle regioni della Germania settentrionale (Sassonia, Vestfalia).Le disparità stilistiche dei manufatti metallurgici (per es. campane, fonti battesimali) così firmati ne impediscono l'attribuzione a un unico artista; è però possibile individuare alcune personalità come un H. di Münster, cui sono state riferite due campane in Vestfalia e nella Frisia orientale (Wüllen, presso Ahaus, 1350; Grotegaste, 1352) e, soprattutto, un secondo H. fonditore - forse con bottega a Lüneburg, in Bassa Sassonia - noto dall'iscrizione del fonte battesimale (1365) della Marienkirche di Parchim, nel Meclemburgo. Il fonte bronzeo riprende la tipologia con vasca sostenuta da quattro telamoni su piedistallo anulare a gradino, elaborata nelle officine di Lüneburg; le figure di sostegno, uguali tra di loro, sono la variante di una delle figure del fonte in bronzo (1310) dell'abbaziale di Ebstorf (Bassa Sassonia). Per i telamoni e i rilievi del bacino H. utilizzò i modelli di Wilkinus, suo predecessore alla guida della bottega, fonditore del fonte battesimale (1342) per la chiesa di Wittenburg, sempre in Bassa Sassonia, dove il programma iconografico prevede Cristo giudice assiso in trono e i dodici apostoli.Verosimile è l'identità del Maestro di Parchim con l'H. fonditore che si menziona ("Hermanus me fecit"; "Ego su(m) Hermannus") sulla campana, datata 1337, di Rohrberg nel circondario di Salzwedel (Sassonia-Anhalt; Schuster, 1967), dove inoltre compare il suo autoritratto come un giovane benestante; dello stesso artefice è la campana (1332) della parrocchiale di Veerssen, presso Uelzen (Bassa Sassonia), con gli stemmi della casata di Estorff, promotrice di fondazioni monastiche a Lüneburg e nel circondario; la chiesa di Veerssen nel 1302 era stata assoggettata al monastero benedettino di St. Michael a Lüneburg. La bottega di questo fonditore di campane è pertanto da localizzare a Lüneburg.
Bibl.: F. Schlie, Die Kunst- und Geschichtsdenkmäler des Grossherzogtums Mecklenburg-Schwerin, IV, Schwerin 1901, p. 451; A. Mundt, Die Erztaufen Norddeutschlands von der Mitte des XIII. bis zur Mitte des XIV. Jahrhunderts, Leipzig 1908, pp. 34-36, tav. XVI; A. Rauchheld, Glockenkunde Ostfrieslands, Upstaalsboomblätter für Ostfriesische Geschichte 15, 1928-1929, pp. 74-83; H. Schuster, Drei mitteldeutsche Glocken des 14. Jahrhunderts, in Kunst des Mittelalters in Sachsen. Festschrift Wolf Schubert, Weimar 1967, pp. 327-335: 327-330, figg. 1-8.K. Lutze