TALAVERA, Hernando de
Nacque a Talavera de la Reina (Toledo) probabilmente nel 1428. Studiò a Salamanca e fu predicatore molto stimato. Il 15 agosto 1465 prese l'abito dei girolamini a S. Stefano di Alba, fu confessore della regina Isabella di Castiglia e di Ferdinando re d'Aragona, e anche visitatore generale del suo ordine. Rifiutò il vescovato di Salamanca offertogli dai sovrani spagnoli, ma dovette accettare quello di Ávila al quale fu nominato il 26 agosto 1485; di là fu trasferito all'arcivescovato di Granata il 2 gennaio 1492, appena conquistata questa città, ed ebbe le bolle da Alessandro VI il 23 gennaio 1493. Dotto in ebraico e in arabo, ottenne conversioni fra gli Ebrei e fra i Mori di recente sottomessi, sostenendo il principio che si dovevano usare con loro metodi dolci e persuasivi in confronto allo Jiménez che, per far più presto, avrebbe preferito le sollecitazioni e le minacce. Quando i Mori si sollevarono contro lo Jiménez, Talavera si mise di mezzo, non senza incorrere nei sospetti dell'Inquisizione che lo accusò di discendere da madre ebrea. Morì a Granata il 14 maggio 1507.
Alcune sue operette rimasero manoscritte, e ne fu stampata solo una d'istruzione religiosa popolare. Per le sue relazioni con Cristoforo Colombo, v. colombo, X, p. 804.