DEGAS, Hilaire-Germain-Edgar
Pittore, nato a Parigi il 19 luglio 1834, morto ivi il 26 settembre 1917. Di famiglia borghese, agiata e colta, fu allievo del Lamothe. Concepì per l'Ingres un culto senza riserve, che conservò tutta la vita e che seppe accomunare a una profonda ammirazione per il Delacroix. Un soggiorno a Roma nel 1856 lo mise in contatto con l'arte italiana. Soprattutto lo attrassero i pittori del '400, il Pisanello, i Pollaioli, il Mantegna, il Ghirlandaio. Si recò inoltre più volte a Napoli, dove eseguì alcuni ritratti. Ebbe pure occasione di passare qualche mese, presso un suo fratello, a New Orleans. Le prime acqueforti del D. rimontano al 1857. Verso la stessa epoca dipinge i suoi primi quadri, Alessandro e il Bucefalo, le Giovanette di Sparta (Londra, Tate Gallery), Semiramide, le Sciagure d'Orléans (Parigi, Museo del Lussemburgo), in cui si mescolano variamente gl'influssi dei due grandi maestri ammirati, l'Ingres e il Delacroix. Il pregio di queste pitture consiste in una tonalità raffinata e squisita, in un voluto equilibrio di forme e in una meravigliosa finezza d'osservazione. Frattanto, egli aveva già cominciata la serie dei ritratti, come Il ritratto di famiglia (1861) nel museo del Lussemburgo, che ha l'austerità e il ritmo monumentale d'un affresco. Verso il 1865 si legò al gruppo di artisti del caffè Guerbois, capitanati dal Manet, i quali iniziavano qllora la rivolta contro l'accademismo, esercitando un'influenza decisiva sul D. Egli continuò nondimeno a esporre regolarmente ai Salons dal 1865 al 1870. Sono di questo periodo alcune delle sue migliori opere: ritratto di M.me Gaujelin (La Femme aux mains Jointes, 1869, Boston, Gardner Museum), ritratto di M.me Camus (1870) e, soprattutto, l'Orchestra (1868) e il ritratto di M.lle Dihau (ambedue al Louvre), come pure la Donna con crisantemi e Ufficio dei cotoni a New Orleans (1873; Pau, Museo).
La battaglia contro i nuovi venuti imperversava: essi decisero allora di disertare le esposizioni ufficiali, ove erano ingiustamente boicottati, e di esporre a proprio rischio e pericolo. Così sorsero le famose esposizioni del gruppo "impressionista", etichetta che mal s'adattava a definire le tendenze di artisti molto diversi come Manet, Renoir, Monet, Cézanne, Pissarro, ecc., accomunati solo dal desiderio di spezzare le formule scolastiche e d'esprimere, ciascuno a suo modo, gli aspetti della realtà. Nelle otto esposizioni che vanno dal 1874 al 1886, il D., sempre all'avanguardia, espone un centinaio di studî e di quadri. Si fece notare come un capo del gruppo, come il più fertile inventore di nuove espressioni pittoriche. Per suo couto, non adottò mai la divisa della scuola du plein air; al contrario, i suoi soggetti sono composti, nella maggior parte, d'interni, spesso illuminati da luci artificiali. Questo parigino, amico del teatro, del circo, dei campi di corse e soprattutto del ridotto dell'Opéra, mise tutta la sua cura nel rappresentare visioni piccanti, inattese, della vita di Parigi. Per rompere con la retorica della scuola, per distruggere le convenzioni banali, egli predilesse per partito preso gli scorci arbitrarî, che accentuò mediante l'illuminazione a gas, i lumi delle ribalte e i lampioni multicolori; e i suoi quadri di Ballerine (a partire dal 1872), di Jockeys, più tardi di Modiste e di Lavandaie (verso il 1880) lo fecero apparire un rivoluzionario. Nello stesso tempo egli si compiaceva di rinnovare lo schema compositivo del ritratto aggiungendo alla figura la resa dell'ambiente, come nei ritratti del barone Lepic (1872), di Duranty (1878) e nei Ritratti alla Borsa, Ritratti sulla scena, ecc.
In realtà, con questa incomparabile serie di saggi egli perseguiva un'opera che non ha eguali nella storia dell'arte dopo quella delle botteghe fiorentine del Quattrocento: si trattava di rifare sulla natura e con l'osservazione dal vero tutto il linguaggio e il vocabolario dell'arte, di sorprendere la vita in atto, di liberarsi infine dai metodi e dai modelli di studio con una concezione nuovissima della forma, del movimento e dei valori plastici. Ciò è palese soprattutto nella Suite de nuds (sic) de femmes se baignant, se lavant, se séchant, s'essuyant, se peignant ou se faisant peigner, serie che cominciò verso il 1886 e proseguì durante vent'anni: il grande artista consacrò le ultime sue forze all'eterno soggetto dell'arte, la conoscenza del corpo umano. Questi studî sono quasi tutti fatti a pastello, in uno stile tumultuoso, grandioso, sempre più monumentale.
Il D. cessò d'esporre nel 1893; la sua misantropia aumentò a causa di una malattia agli occhi. Dopo il 1898 non dipinse quasi più; vicino alla cecità, modellò ancora qualche scultura, fusa in bronzo da Hébrard dopo la sua morte. Senza discepoli, il suo esempio ha istruito due generazioni: quella del Forain e del Toulouse-Lautrec e quella del Bonnard e del Vuillard. (V. tavv. CXXXIII e CXXXIV).
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