Himalaya
La spina dorsale dell'Asia
La catena montuosa più elevata e possente al mondo: così alta da impedire del tutto all'umidità dell'Oceano Indiano di raggiungere l'Asia centrale e da offrire un campionario di climi diversi sui suoi versanti. Nell'Himalaya gli uomini hanno sempre trovato un ostacolo formidabile e il controllo dei suoi valichi è ancora oggi motivo di seri contrasti fra i paesi circostanti
L'Himalaya è un gigantesco sistema montuoso lungo circa 2.500 km (circa il doppio delle Alpi), disposto in senso NO-SE tra la Cina e l'India. Il sistema comprende la cima più alta della Terra (Everest, 8.848 m), altre nove sopra gli 8.000 m e circa 200 oltre i 7.000. Nonostante le sue dimensioni, l'Himalaya è solo una parte dell'immenso corrugamento prodotto dalla collisione tra diverse zolle di crosta terrestre: quelle meridionali ‒ come l'Africa, la Penisola Arabica e, nel caso himalayano, il subcontinente indiano ‒ slittarono verso nord fino a scontrarsi con la massa eurasiatica, provocando il sollevamento dei bordi, cioè la formazione delle montagne. Questo processo iniziò diverse decine di milioni di anni fa, quando cominciarono a formarsi anche i Pirenei, le Alpi, il Caucaso e molte altre catene montuose che vanno dall'Europa atlantica all'Indocina. Tutte queste montagne sono tra le più giovani della Terra e hanno altitudini elevate, forme aspre e versanti ripidi. Lo spostamento delle zolle continua tuttora e provoca frequenti terremoti.
Il sistema himalayano è formato da più catene parallele vicine, tra le quali scorrono fiumi come l'Indo e il Brahmaputra. La più settentrionale costituisce l'orlo del gigantesco altopiano del Tibet ‒ che è uno dei prodotti del corrugamento ‒ mentre la più meridionale si affaccia sul bassopiano del Gange. Il sistema è collegato, a est, a svariate catene più basse e strette, sempre parallele fra loro, che scendono dal Tibet e si distendono nella Cina sudoccidentale e nell'Indocina; a ovest, invece, prosegue nel Karakorum, dove si trovano varie cime sopra gli 8.000 m (come il K2, seconda montagna della Terra, che fu scalata per la prima volta nel 1954 da alpinisti italiani) e giganteschi ghiacciai; più a ovest sono la catena dell'Hindu Kush, appena meno elevata ma lunga 1.200 km, e il grande massiccio del Pamir, detto 'il tetto del mondo' per la sua altezza (anche qui molte cime superano i 7.000 m).
Questa continua serie di monti altissimi separa l'Asia meridionale dall'Asia centrale, complicando le comunicazioni: vi sono strade, per esempio, che passano da un versante all'altro per valichi a quasi 5.000 m di quota, ma per metà dell'anno sono impraticabili a causa della neve; il controllo dei valichi, comunque, ha provocato guerre e contrasti continui. La barriera montuosa ha avuto effetti sul popolamento, mantenendo separate le popolazioni mongoliche (come Tibetani e Cinesi) da quelle caucasiche (come gli Europei, ma anche gli Indiani e i Pakistani, gli Iraniani eccetera), e provoca una netta differenza di clima, che a sud delle montagne è tropicale o subtropicale umido e a nord è arido e freddo.
Anche il clima del versante meridionale dell'Himalaya, il più popoloso, è molto variato. La catena è poco a nord del Tropico del Cancro: le temperature sono perciò elevate, in basso, ma scendono di molto in quota. L'aria umida che proviene dall'Oceano Indiano (con i monsoni) si scarica del tutto sul versante meridionale: alle basse quote provoca grandi piogge, alle alte quote produce neve (che sopra i 5.000 m non si scioglie nemmeno d'estate). Questa combinazione genera condizioni climatiche a fasce. Fino a circa 2.000 m di quota il clima è tropicale: ai piedi dei monti e nelle valli interne (come in Nepal) la vegetazione è simile a quella delle foreste tropicali. Dai 2.000 ai 5.000 m il clima si fa temperato e la vegetazione somiglia a quella alpina (foreste di conifere, praterie). Al di sopra dei 5.000 la vegetazione praticamente scompare.
Naturalmente la fascia più popolata è la più bassa, dove l'agricoltura consente anche due raccolti all'anno. Al di sopra dei 2.000 m, del resto, solo le popolazioni mongoliche sono state capaci di adattarsi, per cui nell'Himalaya orientale villaggi e campi arrivano al limite delle nevi perenni, mentre nella sezione occidentale le zone più alte sono disabitate e appena percorse da pastori.