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ḤIMṢ

di Pietro ROMANELLI - Virginia Vacca - Enciclopedia Italiana (1933)
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ḤIMṢ (gr. "Εμισα e "Εμεσα; lat. Emesa e Hemesa) o Homs di Siria (A. T., 88-89)

Pietro ROMANELLI
Virginia Vacca

Città dello Stato di Siria, a 49 m. s. m., nella pianura dell'Oronte (Nahr el-‛Āṣī), da cui dista un km., su un canale che immette in questo fiume, con 65.000 ab., più una numerosa popolazione fluttuante beduina. È capoluogo di livà, collegata dalla ferrovia a Tripoli, Aleppo, Ḥamāh, Damasco, sede del vescovo greco-ortodosso di Emesa, di missioni americane e francesi, d'una filiale del Banco di Roma. Possiede 18 moschee, 4 chiese, resti dell'antichissima cittadella. Commercia in frutta e legumi, è centro importante dell'industria dei tessuti di seta e di cotone, che dà lavoro a metà della popolazione. Ha un bel bazar, case antiche di basalto, moderne di mattoni. A S. di Ḥimṣ uno sbarramento sull'Oronte, opera di Diocleziano, produsse un lago artificiale, ricco di pesci, che dovrebbe ora essere ingrandito per ricavarne forza elettrica e acqua per l'irrigàzione.

Storia. - L'importanza di Ḥimṣ nella storia è data dalla sua posizione dominante la via Egitto-Palestina-Damasco lungo la valle dell'Oronte; la località dai tempi più remoti fino al sec. XIX fu teatro di battaglie. Presso la Ḥimṣ odierna sorgeva, in un gomito del fiume, la città hittita di Qadēsh, ancora da scavare. Emesa, nominata la prima volta da Plinio, era una città della Siria Apamene, sede di un principato arabo indipendente, che tuttavia già al tempo di Pompeo era in condizione di vassallaggio rispetto a Roma: i suoi re, nei quali si ripetono i nomi di Sampsigeramo e Giamblico, li troviamo in relazione di parentela con i re della Giudea; uno di loro inveee prestò aiuto ai Romani nella guerra che portò alla distruzione di Gerusalemme. Alla fine del primo secolo d. C., con Domiziano, la città entra a far parte della provincia romana. La sua storia si intreccia più strettamente con quella di Roma a cominciare dal sec. III, quando Giulia Domna, originaria di Emesa, sposando Settimio Severo, sale al trono imperiale. Per circa mezzo secolo, con Giulia Mamea, Eliogabalo e Alessandro Severo, l'Impero è retto da principi emeseni. Eliogabalo, che era sacerdote del dio Baal, la divinità celebre e venerata della città, dai Romani assimilata al Sole, mentre da un lato introduce questo culto a Roma, è d'altro lato prodigo verso la sua patria di favori, e le concede il titolo di metropoli e il ius italicum; Caracalla, figlio di Giulia Domna, le aveva già dato il rango di colonia. Sono di questo tempo le monete coniate dalla zecca cittadina, che recano quasi costantemente tipi allusivi alla divinità locale e alle feste che si celebravano in suo onore. Nelle vicinanze di Ḥimṣ Aureliano sconfisse nel 272 la regina di Palmira, Zenobia. Il tempio di Emesa, ove si venerava una pietra sacra, fu ricostruito da Eliogabalo, forse sul luogo occupato poi da una cattedrale e oggi dalla Grande Moschea.

Con la divisione della provincia, avvenuta probabilmente con Arcadio sulla fine del sec. IV, Emesa fu capitale della Fenicia Libanesia. Sotto i Bizantini Ḥimṣ si chiamava Χέμψ ed era sede di un vescovato. Conquistata dai musulmani nel 634-637, capoluogo di un giund (governo militare), sede di varî principati fino alla conquista mongola, d'una contea sotto i crociati, tenuta dagli Egiziani nel 1831-40. È oggi uno dei centri del nazionalismo siriano.

Bibl.: Benzinger, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., V, col. 2496; E. De Ruggiero, Diz. epigr., III, p. 674 seg.; J. Marquardt, Organis. Empire romain, II, Parigi 1892, p. 347 sgg.

Vedi anche
Palmira (gr. Παλμύρα; arabo Tadmur) Oasi con centro abitato della Siria (47.041 ab. nel 2003), posta a metà strada tra il Mediterraneo e l’Eufrate. Nell’età antica fu un centro florido, grazie all’abbondanza delle sorgenti, la cui acqua consentiva alle carovane la traversata del deserto sulla linea diretta ... Zenòbia Zenòbia ‹Ʒ-› (lat. Septimia Zenobia, gr. Ζηνοβία). - Regina di Palmira (sec. 3º d. C.), seconda moglie di Odenato, alla morte del marito (266-67) tenne il potere in nome del figlio Vaballato, seguendo una politica ostile all'Impero romano e favorevole ai Persiani. Estese il suo dominio prima sulla Siria ... Eliogàbalo Eliogàbalo (o Elagàbalo; lat. M. Aurelius Antoninus soprannominato Elagabălus o Heliogabălus). - Imperatore romano (Emesa 204 - Roma 222). Nato da Giulia Soemiade, figlia di Giulia Mesa cognata di Settimio Severo, fu sacerdote del dio Elagabal (donde il soprannome) a Emesa dove Macrino aveva relegato ... Giùlia Dòmna Giùlia Dòmna (lat. Iulia Domna). - Moglie (m. 217 d. C.) di Settimio Severo, nativa di Emesa e figlia del sacerdote del dio Sole di questa città, Bassiano. Avversò il prefetto del pretorio Plauziano. Avendo accompagnato il marito in Oriente, ottenne da lui, nel 195, l'appellativo di mater castrorum ("madre ...
Altri risultati per ḤIMṢ
  • Emesa
    Dizionario di Storia (2010)
    Antica città della Siria Apamene, nella pianura dell’Oronte (od. Hims). Al tempo di Pompeo, fu sede di un principato arabo vassallo di Roma. La città, sotto il dominio di Roma dal regno di Domiziano, acquistò particolare risalto nel 3° sec.: Giulia Domna, moglie di Settimio Severo, era di E., e da E. ...
  • Emesa
    Enciclopedia on line
    (gr. ῎Εμεσ[σ]α) Antica città della Siria Apamene (odierna Ḥimṣ). Sorta nei pressi della città hittita di Qadesh, fu sede, al tempo di Pompeo, di un principato arabo vassallo di Roma; uno dei suoi re fu alleato dei Romani nella guerra giudaica. La storia della città, che già con Domiziano fu compresa ...
  • EUSEBIO di Emesa
    Enciclopedia Italiana (1932)
    Nato verso il 295 da una ricca famiglia di Emesa in Siria, studiò a Edessa, ad Antochia e ad Alessandria, avendo a maestri di esegesi scritturale Eusebio di Cesarea e Patrofilo di Scitopoli. Stabilitosi ad Antiochia rifiutò il seggio episcopale di Alessandria offertogli (341) durante l'esilio di Atanasio; ...
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