HIPPALEKTRYON (ἱππαλεκτρυών)
Animale fantastico con mostruosa unione del corpo del gallo con una protome equina, raramente ricordato nella tradizione letteraria antica e noto soprattutto attraverso monumenti figurati greci di età arcaica.
Aristofane, che riceve il termine lessicale da Eschilo, ricorda la figura dell'h. impiegata come paràsemon di navi (Rane, 932-933) e, ancora, come elemento decorativo di tappeti persiani (ibidem, 937-938). Autori tardi (Esichio, Scoliasta di Aristofane, Fozio) fanno vaghi riferimenti alla tipologia dell'h. e da essi si dedurrebbe un tipo iconografico assimilabile a quello del grifo, con protome di volatile. Queste testimonianze, tuttavia, non trovano alcun conforto nella documentazione monumentale. Il riferimento ad oggetti di arte decorativa persiana fatto da Aristofane - che ha talora fatto supporre un'origine orientale del tipo che incontriamo nei monumenti greci (Roscher, Lechat, Morin-Jean, Dickins, Roes) - non viene confermato in alcun modo dalle fonti archeologiche, dal momento che i sigilli assiri (Roscher) o sassanidi (Roes) considerati probanti in tal senso non hanno alcun rapporto con la tradizione greca del tipo dell'h. e sono piuttosto da porre in relazione con l'iconografia del grifo e di altri animali fantastici più tipicamente orientali. Le menzioni dell'h. nelle fonti tarde, poi, hanno un troppo evidente sapore di chiosa letteraria e giova ricordare che esse sono di molti secoli posteriori alla totale estinzione di qualsiasi tradizione iconografica dell'hippalektryòn.
Di contro a testimonianze letterarie così vaghe e generiche sta, invece, un gruppo estremamente compatto di monumenti greci distribuiti nel corso di poco più di un secolo che concordano nel mostrarci un unico e costante tipo figurato di h.: esso ha protome e zampe anteriori equine, le zampe posteriori, le ali e la coda di gallo e viene sempre rappresentato sollevato sulle zampe posteriori. La figurazione più antica si trova su un'anfora "tirrenica" del secondo venticinquennio del VI sec. a. C. nel museo di Bonn; ad essa seguono le rappresentazioni su un gruppo di vasi attici a figure nere che vanno dalla metà alla fine del VI sec. a cui si affiancano una scultura a tutto tondo del Museo dell'Acropoli in Atene, databile anch'essa al finire del secolo, e un anello aureo forse di poco anteriore. Una replica del medesimo tipo è riconoscibile in uno scarabeo etrusco del IV sec. nel British Museum. La coerenza cronologica e iconografica dei monumenti figurati pervenutici, insieme alla mancanza di sicuri precedenti orientali del tipo, rende assai probabile l'ipotesi che l'h. - almeno nella forma a noi nota - sia creazione indipendente di ambiente greco, risalente all'inizio del VI sec. a. C. e probabilmente non priva di un qualche significato profilattico o magico che oggi ci sfugge; considerazione, quest'ultima, suggerita dalla natura di alcune rappresentazioni figurate (dono votivo dell'Acropoli; associazione dell'h. a figure di sirene) e - ove la si potesse provare attendibile - dalla notizia di Aristofane sull'impiego di figure di h. come paràsemon di navi. Nell'ambito greco non è precisabile alcuna area cui possa essere ascritta con qualche certezza l'invenzione del tipo, anche se il Payne ha suggerito la possibilità che un prototipo dell'h. sia da riconoscere nella figurazione di un alabastron di imitazione corinzia da fabbrica beota (animale fantastico con protome equina e coda di gallo).
Monumenti considerati. - Alàbastron beota di imitazione corinzia. Londra, British Museum A 1351, da Corinto ?: J. D. Beazley, Black-fig., 1956, pp. 22-23; H. Payne, Necrocorinthia, Oxford 1931, p. 202, n. 4. - Anfora "tirrenica". Bonn 37, ex Collezione Fontana: J. D. Beazley, Black-fig., 1956, p. 99, n. 58. In un fregio continuo a decorazione animale due hippalektryònes presso una sirena, affrontati in schema araldico. - Anfora a figure nere del "Pittore N" di Nikosthenes. Parigi, Louvre F 100, da Cerveteri?: J. D. Beazley, Black-fig., 1956, p. 216, n. 2. Sul collo, fanciullo che cavalca un h. (ripetuto sulle due facce). - Anfora a figure nere del "Pittore N" di Nikosthenes. Parigi, Louvre F 104 (frammentaria): J. D. Beazley, Black-fig., 1956, p. 222, n. 58. Sul collo, fanciullo che cavalca un h. fra due sirene (ripetuto sulle due facce). - Frammento di anfora attica a figure nere (collo?). Firenze, Museo Naz.: S. Reinach, Rép. Vases, i, p. 332. Figura maschile che cavalca un h. - Kölix a figure nere del Pittore di Xenokles, Baltimora, Collezione Robinson, da Chiusi: J. D. Beazley, Black-fig., 1956, p. 184, n. 2. Nell'interno, fanciullo che cavalca un h. - Kölix a figure nere del Pittore di Xenokles. Berlino 1770; da Ceryeteri?: J. D. Beazley, Black-fig., 1956, p. 184, n. 3. Nell'interno, fanciullo che cavalca un h. - Kölix a figure nere. Parigi, Petit Palais, Collezione Dutuit 326: E. Morin-Jean, p. 176, fig. 202 (dettaglio). Figura maschile che cavalca un h. - Kölix a figure nere. Londra, British Museum B 433; da Vulci: A. H. Smith-F. N. Price, C. V. A.: British Museum, fasc. 2, Londra 1926, tav. 22, 1 b. Sull'esterno, uomo barbuto che cavalca un h. Piccola anfora a figure nere. Monaco 1619 (Jahn 86); da Vulci: J. D. Beazley, Black-fig., 1956, p. 483, (v.) n. 1. Sul corpo, un fanciullo che cavalca un h. - Lèkythos a figure nere. Atene, Museo Naz. 494, dal Falero: J. D. Beazley, Black-fig., 1956, p. 468, n. 46. Un uomo barbuto che cavalca un h. - Lèkythos attica a figure nere attribuita al Gruppo di Haimon. Parigi, Louvre CA 1928: J. D. Beazley, Black-fig., 1956, p. 553, n. 391. Un fanciullo su un h. Piccola anfora attica a figure nere Tebe R1 8.69, da Rhitsona: J. D. Beazley, Black-fig., 1956, p. 591, n. 2 (Group of Rodin 152). Sul corpo, fanciullo su h. (ripetuto sulle due facce). - Scultura votiva dall'acropoli di Atene. Atene, Museo dell'Acropoli 597: H. Payne-G. Mackworth Young, p. 77, tav. 136, 2-3. Figura maschile che cavalca un h.; marmo insulare (scuola di Taso?). - Anello aureo a castone ovale. New York, Metropolitan Museum: G. M. A. Richter, Catal. of Engraved Gems Greek, Etruscan and Roman in the Metropolitan Mus. of Art, Roma 1956, p. 9, n. 30, tav. 5. Un uomo che cavalca un h. - Tessere plumbee (defixiones?). Atene, Museo Nazionale, Collezione Numismatica: S. Postolakkas, in Ann. Inst., kl, 1868, pp. 289-290, nn. 446, 458. Hippaiektryònes non montati. - Scarabeo etrusco. Londra, British Museum: H. B. Walters, Catal. of Engraved Gems and Cameos Greek, Etruscan and Roman in the British Museum, Londra 1926, p. 88, n. 716, tav. xii. H. non montato.
Bibl.: W. H. Roscher, in Roscher, vol. I, 2, cc. 2662-2664; Lechat, in Dict. Ant., III, pp. 186-188; Lamer, in Pauly-Wissowa, VIII, 1913, cc. 1651-1656; G. Dickins, Catal. of the Acropolis Museum, I, Cambridge 1912, pp. 131-132; E. Morin-Jean, Les dessins des animaux en Grèce d'après les vases peints, Parigi 1911, pp. 174-177; A. Roes, Motifs iraniens dans l'art grec, in Rev. Arch., 6a ser., vol. IV, 1934-II, pp. 146-148; H. Payne-G. Mackworth Young, Archaic Marble Sculpture from the Acropolis, Londra 1950, p. 77; D. von Bothmer, in Bulletin of the Metropolitan Museum of Art, Gennaio 1953, pp. 132-136.