HOKUSAI
. Pittore, nato a Yedo (Tōkyō) il 21 ottobre 1760, dove morì il 10 maggio 1849; il suo cognome era Katsushika. Fanciullo, preparava le tavole per gl'incisori in legno, diciassettenne cominciò a disegnare delle stampe e divenne allievo di Shunshō, della scuola Ukiyo-ie, scuola di artisti quasi tutti plebei per nascita o per mestiere, che si dedicavano alla riproduzione della vita contemporanea, della scenetta passeggera, in contrasto con le scuole più antiche che consideravano questi soggetti indegni di attenzione. I ritratti di attori, idoli del favore popolare, costituivano la specialità di Shunshō e H. cominciò a disegnare stampe in questa maniera. Quale allievo di Shunshō, verso il 1780 assunse il nome di Shunrō; solo verso il 1797 egli prese quello di Hokusai; ma usò poi numerose firme in arte (Sōri, I-itsu, ecc.). Nel 1780 aveva già cominciato a dedicarsi all'illustrazione, ma per un certo numero di anni fu noto specialmente per i surimono, incisioni in legno con versi che i Giapponesi usano inviare ai loro amici per il nuovo anno. I surimono di H. si distinguono per la perfezione del disegno e la delicatezza del colore, i soggetti erano scene idilliche della vita quotidiana, figure sedute all'aperto o nature morte, con uno stile affine alla miniatura; essi contrastano con il fare ampio e ardito proprio alla maturità dell'artista. H. rivelò solo tardi le sue capacità e non competé con Utamaro e Toyokuni, i principali maestri della scuola Ukiyo-ie della fine del secolo XVIII e degl'inizî del XIX. Con la morte di Utamaro (1806), l'intera scuola si esaurì, decadendo rapidamente; il solo H. continuò la propria strada e, abbandonata la maniera tradizionale della scuola, si formò uno stile proprio. Il paesaggio divenne un elemento sempre più importante nelle sue composizioni. Nel 1806 pubblicò una serie di stampe colorate che illustrano il famoso dramma giapponese Chushingura (che mette in scena la storia dei 47 rōnin); essa segnò un progresso rispetto alla serie di uguale soggetto pubblicata nel 1798. Però H. era occupato principalmente a dipingere e a disegnare altrove. Negli anni 1814-19 apparvero i primi dieci tomi di uno dei suoi capolavori, il Mangwa; opera di 15 volumi, dei quali gli ultimi tre furono pubblicati dopo la sua morte. Sono schizzi dedicati a ogni sorta di soggetti, compresi paesaggi e argomenti tratti da leggende eroiche; prima di eseguirli H. aveva studiato la scuola classica e i maestri cinesi. Fra il 1817 e il 1818 lavorò a Nagoya, Ōsaka e Kyōto, trascorse però la maggior parte della vita in Edo. Verso il 1820 la sua arte entrò in una nuova fase con Le 36 vedute del Fuji (in effetti sono 46), Le cascate, I ponti, I Fiori grandi e piccoli, serie di magnifiche stampe colorate. La vita quotidiana del popolo era stata illustrata con meravigliosa perfezione dalla scuola Ukiyo-e nel sec. XVIII; H. aggiunse per sfondo a questo genere il paesaggio. Le sue incisioni sono composte con pochi colori, con larghezza di disegno e una semplicità non priva di audacia. Intorno al 1830 iniziò la serie terrificante dei Fantasmi, di cui furono pubblicate solo cinque stampe. L'artista era ora settantenne, ma la sua forza non era diminuita. Una delle migliori serie di stampe colorate è lo Shika Shashinkio (Immagini vive dei poeti della Cina e del Giappone), serie di 10 grande incisioni in legno. H. rivela nelle opere più tarde la evidente intenzione di emulare i capolavori dei vecchi maestri cinesi. Il suo stile, specialmente nelle figure, si è fatto manierato e un poco eccentrico, senza perdere però in originalità e in forza. Dopo il 1830 cominciò a illustrare un'antologia classica giapponese, Cento poemi narrati dalla nutrice, pubblicando solo 27 incisioni; alcune splendide stampe colorate, edite a parte, sono di questo periodo. Nonostante la sua incessante attività, H. rimase sempre povero.
Per opera di É. de Goncourt, H. divenne il pittore giapponese più celebre in Europa. In patria non è altrettanto considerato, sebbene per valore e per forza non sia stato sorpassato da altri e rimanga uno dei più grandi paesisti del mondo.
Bibl.: Iijiama, Katsushika Hokusai Ben, Tōkyō 1893, voll. 2; É. de Goncourt, H., Parigi 1896; M. Revon, Étude sur H., Parigi 1898; id., H., Parigi 1899; C. J. Holmes, H., Londra 1900; F. Perzyński, H. (Künstlermonographien, n. 68), Bielefeld e Lipsia 1908; E. F. Strange, H., Londra 1906; H. Focillon, H., Parigi 1914; O. Kümmel, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XVII, Lipsia 1924 (con bibl.); vedi inoltre: L. Binyon e O'Brian Sexton, Japanese Colour-Prints, Londra 1923.