HOMONOIA (῾Ομόνοια)
Personificazione divinizzata della concordia e specialmente della concordia politica. Poco o nulla sappiamo del suo culto, ma esso dovette esser certamente intenso e diffuso, a giudicare dalla quantità di fonti che in varia epoca ce lo testimoniano.
Un altare di H. è ricordato in Olimpia (Paus., v, 14, 9) ed è forse identificabile con quello votato dagli Elei dopo il 364 a. C. Se così fosse, la più antica testimonianza del culto di H. sarebbe pressoché contemporanea con la prima notizia giuntaci della romana Concordia (v.), divinità del tutto simile ad H. e probabilmente identificabile con essa. Non identificati sono due templi di H. ricordati da fonti letterarie a Tralles (Appian., Beli. Mithr., 23) ed a Mileto (Chariton, Erot., iii, 2, 16), mentre una epigrafe di Thera (I., G., xli, 3: Suppl., n. 1336) fa menzione di un Βωμὸς ῾Ομόνοιας. Iscrizioni votive, decreti e documenti epigrafici di vario genere attestano poi, dal primo ellenismo fino al III sec. dell'Impero almeno, la presenza di H. in tutto il mondo greco-romano come tutrice della pace e garante della concordia civile e politica.
Nessuna fonte ci soccorre in modo risolutivo sulla probabile identità o, comunque, sui rapporti di H. con Concordia, né è sufficiente da solo il fatto che gli unici tipi figurati sicuramente riferibili ad H. - su innumerevoli monete imperiali che non servirà qui ricordare singolarmente - sono praticamente identici a quelli di Concordia con l'eccezione della diversa leggenda. In essi H. appare generalmente stante con due cornucopie - o, talvolta, una sola - nella mano sinistra e patera o ramo di ulivo nella destra. Meno frequente, ma egualmente attestato, il tipo figurato di H., seduta coi medesimi attributi, anch'esso comune a Concordia (v.). L'uso generale nel mondo greco di caratterizzare con la leggenda Homònoia emissioni connesse con trattati o siffatti eventi politici, ha fatto spesso attribuire senza prove sufficienti ad H. dei tipi monetali del tutto generici o comunque non sufficientemente individualizzati; significativo, per esempio, il caso di uno statere argenteo metapontino - databile all'inizio del IV sec. a. C. e spesso considerato come la più antica rappresentazione di H. - nel quale appare, con la sola variante dell'iscrizione Hormònoia, una testa di divinità femminile in profilo che ripete praticamente immutato un tipo già presente nella monetazione di Metaponto in esemplari anepigrafi, e che è piuttosto da connettere con le innumerevoli rappresentazioni di divinità femminili più o meno note in identica iconografia da conî di quasi tutte le zecche di Magna Grecia e Sicilia.
Bibl.: W. H. Stoll-Drexler, in Roscher, I, 2, cc. 2701-2706; Zwicker, in Pauly-Wissowa, VIII, 1913, cc. 2265-2268; L. Weniger, in Klio, XIV, 1915, pp. 421-423: M. P. Nilsson, Geschichte der griechischen Religion, vol. II, Monaco 1950, pp. 179, 196, 321-322; P. Mingazzini, in E. A. A., II, s. v. Concordia.
Per lo statere di Metaponto con leggenda H.: B. V. Head, Historia numorum, Oxford 1911, p. 77, fig. 38 da confrontare, p. es., con: s. W. Grose, Fitzwilliam Museum: Catal. of the MacLean Collection of Greek Coins, I, Cambridge 1923, n. 927, p. 123, tav. 32, 18; n. 925, p. 123, tav. 32, 16.