Honduras
(XVIII, p. 551; App. I, p. 715; II, i, p. 1188; III, i, p. 815; IV, ii, p. 136; V, ii, p. 570)
Geografia umana ed economica
di Elio Manzi
Popolazione
Il paese continua a rappresentare una realtà socioeconomica arretrata e non in grado di compiere i significativi progressi che ormai contrassegnano diversi Stati dell'America Latina. Pur non essendo stato coinvolto dai conflitti che hanno segnato la recente storia dell'America Centrale, l'H. ne ha comunque subito i contraccolpi. Infatti ha rappresentato uno dei paesi d'accoglienza delle masse in fuga dai teatri di guerra, in particolare da Salvador, Guatemala e Nicaragua; le frontiere orientali del paese sono state interessate dalle azioni di guerriglia dei contras nicaraguensi e ancora oggi l'H. costituisce una base d'appoggio strategica dell'aeronautica militare degli Stati Uniti.
La popolazione honduregna continua a crescere, sebbene con ritmo più lento che in passato, in base a un incremento connesso al tasso di natalità che è fra i più elevati del mondo: si stima che i 4.443.721 abitanti censiti nel 1988 siano divenuti 6.147.000 nel 1998. Anche l'urbanizzazione della popolazione è un fenomeno in crescita, cosicché fra il 1980 e il 1998 la popolazione urbana è passata dal 36% al 46% del totale con un incremento medio annuo che negli ultimi anni si è attestato sul 4,4%.
Condizioni economiche
Dopo i travagliati anni Ottanta, caratterizzati da aspri conflitti sociali e politici, scanditi da continue violazioni dei diritti umani e azioni criminose contro leader politici e sindacali, la situazione interna è andata gradualmente migliorando. Ai timidi segnali di ripresa economica che hanno contraddistinto gli ultimi anni si continuano a contrapporre gravi difficoltà strutturali, quali un marcato processo inflattivo nonché un pesante debito estero che nel 1997 si è attestato sull'86% del PIL. La distribuzione della popolazione attiva per settori di attività economica conferma una debolezza del settore secondario e l'importante ruolo dell'agricoltura, che è essenzialmente legata alle esportazioni (in particolare banane, caffè, canna da zucchero e cotone).
Gli indicatori socioeconomici disegnano lo scenario di estremo disagio in cui versa la maggioranza della popolazione honduregna, in particolare quella rurale: il 64% delle famiglie vive in condizioni di povertà, il 36% non ha accesso all'acqua potabile, il 38% non dispone di servizi igienici, la quota degli analfabeti è del 27%, il 54% dei ragazzi tra i 10 e i 18 anni non frequenta la scuola, la mortalità infantile arriva ancora al 36‰ e i minori di 5 anni con problemi di denutrizione costituiscono il 57% del totale.
Esistono forti squilibri territoriali, giacché nei dipartimenti nord-occidentali questi indicatori tendono a peggiorare, in particolare nelle aree montuose che si trovano lungo il confine con il Salvador (fra cui i dipartimenti di Lentira, Intibucá, La Paz) e nel versante atlantico meridionale (Mosquitia). Sarebbero necessari ulteriori massicci interventi per migliorare le condizioni sociosanitarie, il settore educativo e della formazione professionale, le infrastrutture agricole, nonché le comunicazioni viarie, che risultano ancora del tutto insoddisfacenti. Problemi cruciali si riscontrano anche sul versante del risanamento ambientale, in particolare occorrono interventi di riforestazione e tutela del suolo agricolo e la regolazione dell'uso delle risorse rinnovabili. Le condizioni dell'H. sono state inoltre aggravate dalle devastazioni provocate dall'uragano Mitch (v. oltre: Storia).
bibliografia
V. Bulmer-Thomas et al., Central American integration. Report for the Commission of the European Community, Miami (Fla.) 1992; Inter American Development Bank, Economic and social progress in Latin America. Annual report, 1994, Washington (D.C.) 1994; World Bank, Honduras: towards better health care for all, Washington 1998.
Storia
di Alfredo Romeo
Pur non avendo conosciuto il dramma di un vero e proprio conflitto intestino, la Repubblica dell'H. sta ancora cercando di superare le conseguenze negative della crisi centro-americana degli anni Ottanta. Solo dopo la fine della guerra civile in Nicaragua ed El Salvador, e di fronte ai nuovi scenari internazionali apertisi in seguito alla dissoluzione dell'Unione Sovietica, gli Stati Uniti hanno infatti iniziato a prendere le distanze dai potenti e corrotti militari honduregni. Responsabili di gravi violazioni dei diritti dell'uomo nella lotta contro la 'sovversione interna', fedeli alleati di Washington contro il regime sandinista in Nicaragua e contro i guerriglieri di sinistra di El Salvador, i militari dell'H. avevano visto crescere a dismisura il loro peso politico proprio grazie all'appoggio e ai generosi finanziamenti statunitensi. Il mutato atteggiamento di Washington ha pertanto consentito al Partido Liberal (PL, tornato al potere nel 1994) di raccogliere la spinta in tal senso proveniente dalla società civile, e di introdurre una serie di misure volte a riportare i militari sotto il controllo del potere politico.
Mentre proseguivano le proteste popolari contro la politica di austerità imposta dal suo governo nel tentativo di affrontare la critica situazione del debito estero, il conservatore R.L. Callejas, del Partido Nacional (PN), negli ultimi anni del suo mandato presidenziale dovette assistere a una crescente mobilitazione della società civile contro le forze armate. Approfittando del nuovo corso delle relazioni bilaterali con Washington (nel 1993 gli aiuti militari statunitensi all'H., che dieci anni prima avevano raggiunto la cifra record di 77,5 milioni di dollari, erano precipitati a meno di tre milioni di dollari), organizzazioni per la difesa dei diritti dell'uomo, movimenti studenteschi e sindacali fecero fronte comune con associazioni di imprenditori e soprattutto con la Chiesa cattolica (già critica nei confronti del governo per l'irrisolta questione agraria), chiedendo la fine dell'eccessiva influenza ancora esercitata dai militari nella vita politica e costringendo un riluttante Callejas a creare la carica di commissario per i diritti dell'uomo e una commissione per le riforme istituzionali. Nel novembre 1993 si svolsero elezioni legislative e presidenziali, vinte dal PL, cui andarono 71 seggi (su 128) all'Assemblea Nazionale contro i 55 del PN; alla presidenza della Repubblica fu eletto il liberale C.R. Reina, già presidente della Corte interamericana dei diritti dell'uomo.
Insediatasi nel gennaio 1994, la nuova amministrazione non si discostò dalla precedente nelle scelte di politica economica, mentre prese una serie di iniziative volte a combattere la corruzione e la criminalità legata al traffico degli stupefacenti (grazie alla connivenza dell'esercito, l'H. sin dai primi anni Novanta era divenuto uno dei principali centri di smistamento della cocaina colombiana diretta negli Stati Uniti). La presidenza Reina si caratterizzò soprattutto per il tentativo di limitare il potere delle forze armate: a tale fine fu avviata la ristrutturazione dei servizi segreti, affidati a personale civile, venne smilitarizzata la polizia, furono drasticamente ridotte le spese del Ministero della Difesa, vennero abolite la coscrizione obbligatoria e la carica di Comandante in capo dell'esercito (le mansioni di quest'ultimo furono affidate, dal gennaio 1998, al Ministero della Difesa). Tali misure, come anche la celebrazione di una serie di processi contro alcuni ufficiali responsabili di violazioni dei diritti dell'uomo nel periodo 1979-90, furono aspramente osteggiate dai vertici delle forze armate, sospettati di aver organizzato una serie di attentati dinamitardi nel corso del 1995 e del 1996, che hanno fatto temere per la sicurezza e la stabilità interne. Sul piano delle relazioni internazionali, l'amministrazione Reina cercò di porre termine alle dispute di confine con El Salvador, proseguite nonostante la sentenza emessa in proposito nel settembre 1992 dalla Corte internazionale dell'Aja (v. honduras: Storia, App. V). Nel gennaio 1998, a pochi giorni dalla scadenza del suo mandato, Reina siglò infatti a Tegucigalpa col presidente del Salvador un trattato per la definitiva demarcazione di un tratto di frontiera comune ai due paesi.
Nonostante l'insoddisfazione popolare per la politica economica del governo (tradottasi in una serie di rincari e in un aumento della disoccupazione), le consultazioni generali del novembre 1997 confermarono al potere il PL (67 seggi contro i 55 del PN), il cui candidato, C.R. Flores Focussé, fu eletto alla presidenza della Repubblica.
In carica dal gennaio 1998, nel corso dell'anno l'amministrazione Flores dovette fronteggiare una serie di emergenze legate a violenti fenomeni naturali: dopo una serie di incendi, sviluppatisi in particolare nel mese di maggio, l'H. fu infatti devastato tra la fine di ottobre e i primi di novembre dall'uragano Mitch, che causò alcune migliaia di vittime ed enormi danni alle infrastrutture e alle principali attività economiche del paese. Nel gennaio 1999 il presidente, proseguendo nella politica di controllo dell'apparato militare, assunse anche la carica di capo delle forze armate.
bibliografia
D.E. Schulz, D. Sundloff, The United States, Honduras, and the crisis in Central America, Boulder (Colo.) 1994; M. Funes, Los deliberantes: el poder militar en Honduras, Tegucigalpa 1995; J.M. Ruhl, Doubting democracy in Honduras, in Current history, 1997, pp. 81-86.