HONG KONG (XVIII, p. 557; App. II, 1, p. 1189; III, 1, p. 817)
KONG Il paesaggio delle 236 isole e della penisola che costituiscono la colonia britannica è fortemente influenzato dalla costituzione litologica, dove predominano il granito e altre rocce ignee. Poiché alcune di queste rocce vengono alterate facilmente, si plasmano forme topografiche fortemente erose dal dilavamento, rilievi denudati, gole e suolo sabbioso poco fertile. Le rocce dure, spuntoni vulcanici e porfidi, emergono con vette dai fianchi ripidi, come il Victoria Peak. Questa morfologia impervia sottrae terreno all'agricoltura, ma soprattutto frena l'espansione edilizia e industriale. Il sottosuolo è povero di acqua, elemento sempre più necessario. L'approvvigionamento idrico non dipende più esclusivamente dalla vicina Repubblica Popolare: la soluzione è stata trovata nella costituzione di bacini, dove l'abbondante acqua piovana della stagione estiva viene conservata per far fronte alla siccità invernale. I serbatoi sono diciassette, con una capacità totale di 250 milioni di m3, di cui due terzi costituiti dal grande bacino di Plover Cove; circa 80 milioni di m3 sono tuttora acquistati annualmente dalla Cina, ma è in costruzione un altro grande serbatoio che nel 1978 raddoppierà le attuali possibilità.
La popolazione era di 3.948.179 ab. al censimento del 1971, con una densità media di 3900 ab. per km2 sui 1034 km2 di territorio. L'incremento, nel decennio 1963-72, è stato fra le 62.000 e le 95.000 unità all'anno, con un accrescimento annuo del 2% circa; il 35% dei residenti ha meno di 15 anni. La popolazione rurale, in diminuzione, è circa il 20% del totale; l'accentramento urbano, insieme con la crescita demografica, rende urgente il problema dello spazio e la costruzione dei nuovi quartieri di Castle Peak e Sha Tin ha appena alleviato il problema. L'alloggio per una popolazione così densa è difficile da molti anni e il valore del suolo ha imposto la costruzione di grattacieli. D'altro canto per un largo strato di persone i nuovi edifici sono troppo cari e le case popolari insufficienti, per cui rimane diffuso l'insediamento in baracche malsane occupate soprattutto da immigrati recenti; continua anche a essere diffuso il tradizionale alloggio su imbarcazioni.
L'economia si basa sulla fiorente attività commerciale, sull'industria e sul turismo. Negli anni recenti il porto ha ripreso un forte sviluppo, dopo la sosta degli anni più duri dell'embargo americano alla Cina. È proprio la possibilità di fare da sbocco all'immenso retroterra cinese, oltre alla posizione favorevole sul Mar Cinese Meridionale, a dare impulso al traffico commerciale. La Repubblica Popolare ha nella colonia interessi enormi, che fanno perno sulla sede locale della Banca di Cina, il cui giro d'affari è assai vasto anche se non controllato dall'amministrazione coloniale. A questa banca affluiscono valute straniere inviate dagli emigrati ai parenti residenti in Cina e tutte le transazioni con i paesi occidentali si svolgono in questa sede. La Cina esercita il suo influsso anche attraverso le molte proprietà immobiliari possedute, le catene di negozi e grandi magazzini, i locali pubblici di vario genere, i giornali. Le possibilità commerciali del porto franco sono state uno dei fattori di sviluppo dell'attività industriale; a ciò si aggiunge l'afflusso di capitali apportati dai fuggiaschi dalla Cina e soprattutto l'abbondante manodopera. Nel 1972 erano registrate 20.408 imprese industriali con 608.721 addetti regolari. Le imprese sono di piccole e medie proporzioni; le aziende più grandi operano in una serie di piccoli stabilimenti variamente dislocati, a causa della scarsezza di suolo utile. L'industria principale è quella tessile, che assorbe il 20% dei lavoratori impiegati e un terzo delle esportazioni. Il 92% della produzione industriale è esportata, specialmente sui mercati del Nord America, Europa Occidentale, Estremo Oriente e Australia.
Bibl.: W.T. Chow, Geographical essays, Part. I: Hong Kong, Hong Kong 1965; K. Hopkins, Hong Kong, the industrial colony: a political, social and economic survey, Londra 1971; Hong Kong 1973, Hong Kong 1973.
Storia. - La situazione non è mutata negli ultimi anni. Il governo cinese non ha mai elevato rivendicazioni su di essa, data la sua utilità come porto franco e tramite del commercio estero cinese. H. K. dipende in parte, come si è detto, dalla Cina per il rifornimento idrico, tanto più che la sua popolazione è aumentata in modo preoccupante per l'afflusso di profughi dal continente. L'afflusso raggiunse punte preoccupanti nel maggio 1962, quando migliaia e migliaia di persone varcarono il confine con la tolleranza delle autorità cinesi; ma ben presto il fenomeno cessò. La situazione interna, normalmente calma, fu scossa nel periodo maggio-settembre 1967 da disordini a sfondo comunista, iniziati a Kowloon e poi proseguiti nell'isola, per motivi di carattere sindacale. I disordini furono repressi con fermezza dalla polizia. La Cina inviò una protesta, furono attaccate le missioni diplomatiche in Cina, si ebbero incidenti a fuoco sulla frontiera tra polizia e dimostranti cinesi. A un certo punto la situazione si fece grave: il governo cinese inviò una specie di ultimatum, mentre le autorità provinciali di Canton sospendevano il rifornimento idrico. Ma non era interesse della Cina di spingere le cose fino alla rottura; si ritornò gradualmente a un modus vivendi, il flusso dell'acqua. riprese e ai primi di dicembre 1967 la situazione era ritornata calma, né venne più turbata negli anni seguenti.