Hou Xiaoxian
– Regista cinese (n. Meixian 1947). La sua carriera si è sviluppata a Taiwan ed è stata consacrata con il Leone d’oro alla Mostra di Venezia del 1989 per Bei qing cheng shi (Città dolente). Nel primo decennio del 21° sec. si è confermato come il maggior esponente del cinema taiwanese e i suoi film di questo periodo proseguono in una linea stilistica fatta di affabulazione del quotidiano, perseguita con maestria nei dettagli dell’osservazione degli incroci di esistenze, delle segrete simmetrie del caso, dell’esplorazione del valore del tempo che passa, tra intimismo e affresco sociale. Quian xi man po (Millennium mambo, 2001) è uno squarcio sull’inizio del nuovo millennio in cui il flusso musicale è perno delle soluzioni stilistiche: le inquietudini, lo sgomento, il senso di vuoto per qualcosa che finisce e l’inconsapevolezza verso qualcosa che nasce, sono intercettati, con lunghi piani sequenza notturni di ambientazione urbana, nelle vite e negli amori sregolati e disperati di un ragazzo e una ragazza. In Kôhî jikô (Café Lumière, 2004), girato in Giappone, viene scandita l’attesa esistenziale e fisica di una giovane scrittrice che sta per dare alla luce un bambino. Lo sguardo sul passato si precisa nell’eleganza formale di Zui hao de shi guang (Three times, 2005), in cui sono ancora le figure femminili ad assimilare gli echi del tempo che passa, racchiuso in spazi interni costruiti simbolicamente. Le voyage du ballon rouge (2007), è stato girato nelle strade di Parigi e negli interni familiari ‘visitati’ da un palloncino rosso che, volando nel cielo e sui tetti parigini, mette in comunicazione spazi contemporanei e tempi passati, così come fa l’occhio nomade della cinepresa, rimandando alle immagini di un vecchio film francese, da cui il regista ha tratto lo spunto.