HOWARD
. Celebre e antica famiglia inglese, divisa poi in più rami con diverso titolo, che risale a un William H. (o Haward), della seconda metà del sec. XIII. Il figlio di lui, John, combatté, agli ordini di Edoardo II d'Inghilterra, in Scozia e in Francia; il nipote, pure di nome John, fu ammiraglio della regia marina. Seguono Robert e poi nuovamente John, da cui derivano due linee: l'una presto estinta; l'altra invece si allea con i duchi di Norfolk, con Roberto, che sposa Margherita Mowbray, figlia del 1° duca di Norfolk, Tommaso Mowbray. Spentasi con Giovanni, nel 1476, la linea dei Mowbray, nel 1483 John H., figlio di Roberto H. e di Margherita Mowbray, fu investito del ducato di Norfolk, che da allora è rimasto nella famiglia H. (v. norfolk). A un altro ramo toccò la contea di Suffolk (v.); altri furono conti di Carlisle e conti di Effingham, e fra questi emergono:
William, primo lord H. di Effingham (circa 1510-1573), figlio di Tommaso, secondo duca di Norfolk, ebbe parte importante nella vita di corte e negli eventi politici del tempo: fu incaricato più volte di missioni diplomatiche in Scozia e in Francia, da Enrico VIII; fu governatore di Calais nel 1552-1553, e dal 1553 ammiraglio d'Inghilterra. All'avvento al trono della regina Maria, seppe acquistarsi preziose benemerenze fronteggiando la ribellione di Tommaso Wyatt (1554); questo gli valse il titolo di barone H. di Effingham. Cadde tuttavia per un momento in disgrazia presso la stessa regina Maria, per essere uno zelante partigiano di Elisabetta; ma si riebbe presto, e, col regno di Elisabetta, acquistò ancora maggiore influsso nel governo. Il suo prestigio servì anche al figlio Charles (1536-1624), che fu creato conte di Nottingham (v. nottingham, charles).
Charles (1629-1685), figlio di sir William Howard di Naworth (Cumberland), fu pronipote di lord Guglielmo H. di Naworth, quest'ultimo figlio di Tommaso H., duca di Norfolk. Carlo fu il primo H. conte di Carlisle. Occupò varie cariche durante la repubblica e si segnalò nella battaglia di Worchester, nella quale fu ferito più volte; fu membro del Consiglio di stato, capitano del corpo di guardia del Protettore, colonnello di un reggimento di cavalleria, membro del parlamento, chiamato alla Camera dei lord da Cromwell. Alla morte di Cromwell egli ne eccitò il figlio, Riccardo, ad agire con vigore; ma dopo la caduta di questo fu incarcerato per breve tempo. Sotto la restaurazione fu tuttavia creato lord luogotenente del Cumberland e del Westmoreland, e nel 1661 conte di Carlisle. Nel 1663 fu mandato ambasciatore in Russia, in Svezia e in Danimarca.
Frederick, quinto conte di Carlisle (1748-1825), figlio di Enrico. Fu noto nel primo periodo della sua vita specialmente come amico e protettore di Charles Fox. Nel 1777 fu creato tesoriere e consigliere privato. L'anno dopo fu inviato in America per trattare con gl'insorti: ma ritornò senza aver concluso nulla. Nel 1779 egli assunse la carica di presidente del Ministero del commercio, nel 1780 fu fatto lord luogotenente del distretto originale dello Yorkshire e nello stesso anno anche dell'Irlanda. Nel 1782 diede le sue dimissioni e fu creato lord maggiordomo della famiglia reale. Fu lord del Sigillo privato nella coalizione, ma si dimise quando venne al potere Pitt, al quale egli si era opposto fin dallo scoppio della Rivoluzione francese. Nel 1799 appoggiò l'unione con l'Irlanda. Tutore di lord Byron, suo cugino, venne da lui messo in cattiva luce in English Bards and Scottish Reviewers; fu mecenate e scrisse mediocri poesie, alcune edite, e una tragedia, The Stepmother.
George William Frederick H., settimo conte di Carlisle (1802-1864), fu membro del parlamento, deputato whig, segretario capo per l'Irlanda (1835-1841), consigliere privato, presidente della Società reale di letteratura nel 1851, lord luogotenente d'Irlanda nel 1855. G. è autore di alcuni scritti in prosa e in versi.
Celebre fra tutti i membri della famiglia H. è Catherine H., figlia di lord Edmund H., e nipote di Tommaso H., secondo duca di Norfolk. Il re Enrico VIII, invaghitosene, la sposò nel luglio 1540, dopo aver divorziato dalla quarta moglie, Anna di Clèves. Ma Caterina godette per poco tempo della sua fortuna. Il suo passato era stato alquanto avventuroso; e pare che, anche sposata, rivedesse due dei suoi spasimanti: comunque sia, l'arcivescovo Th. Cranmer allora ancora potentissimo e ostile a C., che sospettava fautrice del cattolicesimo, la denunziò al re (novembre 1541). Istruito il processo, C. fu decapitata il 13 febbraio 1542.