HUA KUO-FENG
. Uomo politico cinese, nato nel 1920 da contadini poveri dello Shansi. Entrato nel 1935 nel PCC, combatté contro i Giapponesi e poi contro il Kuomintang; organizzatore dei quadri del partito nell'Hunan, la provincia natale di Mao Tse-tung, seguì fedelmente la politica del presidente, lavorando alla collettivizzazione e alla creazione di comuni agricole durante il "grande balzo in avanti". Vicegovernatore dell'Hunan nel periodo 1958-67, restò in posizione di attesa durante la rivoluzione culturale, evitando di reagire agli attacchi che gli erano mossi. Lasciata la sua carica governativa, Hua ebbe in compenso (1968) quella di vicepresidente del nuovo Comitato rivoluzionario provinciale dell'Hunan. Gli anni seguenti furono decisivi per la sua ulteriore ascesa: eletto nel Comitato centrale al IX congresso (1969), accentrò in breve tempo le massime cariche del partito nell'Hunan (presidente del Comitato rivoluzionario, primo segretario del partito, commissario politico per il distretto militare di quella provincia). Grazie a lui l'Hunan fu la prima provincia dove il potere del partito fu restaurato su quello militare dopo la rivoluzione culturale. Nel novembre 1971 si trasferì a Pechino, posto a capo di una commissione incaricata d'indagare sulle trame di Lin Piao: a partire da quel momento divenne stretto collaboratore di Chu En-lai per le questioni agricole. Al X congresso (1973) fu eletto nell'Ufficio politico. Vice-primo ministro e ministro della Sicurezza (gennaio 1975), fece dell'apparato di polizia una forza politica rilevante: in una conferenza tenuta a Pechino nell'agosto 1975, sottolineò l'esigenza di usare la pubblica sicurezza per attuare la rivoluzione continua del presidente Mao. Si occupò contemporaneamente di questioni economiche, collaborando al piano quinquennale 1976-80 secondo un indirizzo non dissimile da quello efficientista di Teng Hsiao-ping (v.). Alla morte di Chu En-lai ebbe la carica di primo ministro ad interim (7 febbraio 1976), scavalcando il più anziano Teng. Al momento della defenestrazione di quest'ultimo, Hua si presentava come il leader di un settore ampio ma indefinito, che si stendeva fra i "radicali" del gruppo di Shanghai e i "pragmatici" fedeli all'indirizzo di Chu-En-lai: la sua posizione di capo del governo perse allora, anche formalmente, ogni carattere di provvisorietà. Una volta scomparso Mao Tsetung, egli pronunziò l'orazione funebre (18 settembre 1976), attaccando il revisionismo, ma anche l'opportunismo di sinistra. Mentre i radicali continuavano la polemica retrospettiva contro Teng Hsiao-ping e in tutto il paese si verificavano disordini, il 7 ottobre 1976 l'Ufficio politico elesse Hua alla presidenza del partito, in successione di Mao (il telegramma di congratulazioni di Brežnev fu respinto), e alla presidenza della commissione per gli Affari militari: un cumulo di funzioni (governo, partito, esercito) che non si era mai verificato nell'epoca di Mao Tse-tung. Con l'arresto della "banda dei quattro", annunciato il 22 ottobre, l'estremismo di sinistra fu battuto, mentre venivano indicati gli obiettivi della restaurazione della disciplina di partito, di un maggior livello di democrazia interna, del rinnovato sforzo produttivo (intervento del 25 dicembre 1976 alla II conferenza nazionale agricola). Il corso inaugurato da Hua è stato caratterizzato dalla campagna per la riabilitazione di Teng Hsiao-ping e, riguardo alla politica estera, dalla diffusione della "teoria dei tre mondi" (Quotidiano del Popolo, i novembre 1977), per la quale Stati Uniti e Unione Sovietica rappresentano due imperialismi concorrenziali, che si scontrano nel Terzo Mondo e in Europa. Già presa posizione antisovietica con alcune dichiarazioni del 1976 (incontri col vicepresidente egiziano e con l'ex segretario alla Difesa statunitense J.R. Schlesinger), in occasione del VII congresso del Partito albanese del lavoro (novembre dello stesso anno) Hua ha stretto rapporti maggiori con l'Albania, ma non riuscendo ad evitare poi (agosto 1978) la rottura, avvenuta in concomitanza col suo viaggio in Romania, Iugoslavia e Iran.