GERHARD (Gerhardt, Geeraert, Gerardi, Gerardo), Hubert o Huibrecht
Scultore. Nativo di Bosco Ducale nel Brabante, emigrò in Germania verso il 1570, morì nel 1620. Lavorò specialmente ad Augusta. Monaco di Baviera e Innsbruck. Probabilmente soggiornò fra il 1570 e '80 anche in Italia come fa supporre lo stile delle sue opere più o meno analogo a quello del Giambologna. Fu tra gli artisti che diffusero nelle corti dei principi tedeschi le forme del Cinquecento, già tendenti al barocco. Anzi con Adriaen de Vries G. è il rappresentante migliore di questa interessantissima corrente italo-nordica, diramazione curiosa d'impulsi soprattutto toscani, con concezioni prettamente italiche ma con spirito e con tipi prettamente fiamminghi.
Il G. ritorna nel 1581-'95 ad Augusta e Kirchheim al servizio dei Fugger. Nel castello di Kirchheim ci sono ancora un suo camino monumentale (1587) e una serie di dodici grandi statue fatta in collaborazione con il fiorentino Carlo Pallago. Il capolavoro dei due artisti è l'insieme delle fontane nel cortile, soltanto in parte compiuto (il gruppo principale in bronzo: Venere e Marte, con figurine secondarie in marmo sul basamento, del 1590, è conservato nel museo nazionale a Monaco di Baviera). Dal 1589 al '91 il G. lavorava pure per il Municipio di Augusta, per cui eseguì la cosiddetta Fontana di Augusta, eretta nel 1594. Già dal 1587 al servizio di Guglielmo V, duca di Baviera, eseguiva la prima decorazione plastica della chiesa dei padri gesuiti, poi il colossale mausoleo in bronzo e marmo, di cui parti importanti erano già pronte quando nel 1598 il lavoro fu sospeso per causa dell'abdicazione del duca. Varie altre statue per tombe e fontane si attribuiscono con ragione al maestro, il quale, passato al servizio del fratello dell'imperatore Massimiliano d'Austria, si trasferì a Innsbruck, residenza di questo granduca. Il quale lo tenne occupato fino al 1613, quando il G. già vecchio fece ritorno a Monaco.
Un fratello di Hubert G. - Hendrick - anch'egli scultore, lavorò ad Amsterdam e a Danzica dove morì nel 1585.
Bibl.: R. A. Peltzer, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XIII, Lipsia 1920 (con la bibl. precedente) W. A. Luz, H. G.'s Tätigkeit in Augsburg u. München, in Monatsh. f. Kunstw., XV (1922), pp. 81-95.