LATIMER, Hugh
Vescovo di Worcester. Nacque forse nel 1485, da un agricoltore del Leicestershire. Addottoratosi in lettere e filosofia nel 1514, prese gli ordini sacri a Lincoln e nel 1522 era uno dei 12 predicatori autorizzati a predicare in qualunque parte del paese. Nel 1524 divenne baccelliere in teologia, con una orazione diretta contro Melantone. Pur tuttavia le sue prediche erano soprattutto di argomento morale più che teologico. Nel 1525 il vescovo West incaricò il giovane L. di predicare contro Lutero: ma L. si rifiutò di farlo, adducendo la ragione di non aver letto le opere di Lutero, e West allora gli proibì di predicare nella diocesi, divieto tolto solo dopo un'ispezione fatta da uno dei cappellani di Wolsey. Nel 1529 L. sollevò di nuovo dei sospetti con la sua celebre predica On the card, nella quale egli dichiarava, con ardita similitudine tratta dal giuoco a carte, che le "opere di grazia" costituivano un atout per la salvezza, più efficace che i pellegrinaggi. L'anno dopo egli predicò in presenza di Enrico, guadagnandosi l'approvazione del re e l'amicizia di Tommaso Cromwell. Ricevette così nel 1531 il benefizio di West Kington nel Wiltshire, ma fino al 1534 fu continuamente molestato per i suoi sermoni, se non eretici almeno poco prudenti.
Nel marzo 1532 fu per un certo tempo rinchiuso a Lambeth per una predica, in cui pareva negare la credenza nel purgatorio e la venerazione dei santi. Egli confessò di aver errato, ma fu coinvolto subito dopo in nuove difficoltà a Bristol. Ma, pur essendo tratto fortemente verso un atteggiamento protestante, L. non avrebbe ammesso di essere un eretico, poiché credeva che non fosse una cosa essenziale l'accordo su punti dottrinali di secondaria importanza. Furono il suo brusco parlare, le sue vivaci similitudini e i suoi audaci attacchi a costituire la sua grandezza come predicatore, più che qualunque profondo insegnamento teologico od originalità di pensiero.
Nella quaresima del 1534 L. predicò in presenza del re, e nell'agosto 1535 divenne vescovo di Worcester, il che lo trascinò neglí affari di stato. In sostanza egli approvava la politica di T. CromwelI (benché avesse preferito la riforma dei monasteri alla loro distruzione), e non appare migliore dei suoi contemporanei nel suo spietato atteggiamento verso i suoi oppositori. Nella teologia stava allontanandosi fortemente dalla 1eligione cattolica; e quando nel 1539 Enrico riesaminò le credenze religiose e ordinò l'istituzione di un comitato di teologi per redigere gli articoli di uniformità. L. si rifiutò di firmare i sei articoli e fu destituito dal suo vescovato. Per un anno fu tenuto sotto la custodia del vescovo di Chichester, e, dopo l'esecuzione di Tommaso Cromwell, fu esiliato da Londra con l'ordine di non visitare né le università né la sua diocesi. Rimase assente dalla vita pubblica fino all'accessione al trono di Edoardo VI, quando ritornò di nuovo a Londra, e nel 1548 divenne predicatore di corte. I suoi sermoni fatti in presenza del giovane re, e nella chiesa di St Paul's Cross durante quest'anno, produssero una profonda impressione, soprattutto uno contro il sistema agrario delle enclosures e un altro contro la vita poco morale della metropoli. È un fatto significativo, che, mentre Cranmer e Ridley stavano compilando il Prayer Book (Libro di devozione) L. pensasse prima di qualunque altra cosa ai danni sociali dell'immoralità. Disgraziatamente la sua mente pratica fu attratta anche dagli affari politici, e nell'entusiastico sostegno dato a Somerset, egli passò i limiti del dovuto, specialmente nella veemenza con cui cercò di scusare il consenso dato dal dittatore all'esecuzione di suo fratello, lord Seymour.
Nel 1548 L. abbandonò la credenza nella transustanziazione. Si avvicinava ora di più all'atteggiamento di Zwingli che a quello di Lutero. Quando salì al trono Maria egli capì che era suonata la sua ora ma, benché gli fosse data la possibilità di fuggire, non volle approfittarne ed obbedì alla chiamata a Londra della regina. Con Ridley e Cranmer, fu invitato a Oxford a una discussione sulla messa, con certi teologi dell'università nell'aprile del 1554. Con Ridley fu condannato come eretico e nel settembre 1555, falliti gli sforzi fatti per farlo ritrattare, con lui perì sul rogo il 16 ottobre, fuori del Balliol College di Oxford.
Bibl.: Latimer's Sermons (and Remains), voll. 2, a cura di G. E. Corrie, Cambridge 1844-45; P. F. Tytler, England under the reigns of Edward VI and Mary, Londra 1839.