HUNAIN ibn Ishaq
Ioannitius del Medioevo occidentale; cristiano, medico e traduttore di opere filosofiche e mediche greche in siriaco e in arabo; nato in al-Hīrah, di famiglia nestoriana di lingua siriaca, nel 194 èg. (809 d. C.). Studiò dapprima nella famosa accademia di Giundīshāpūr in Persia, sotto il famoso Yahyà ibn Māsawaihi (Mesue del Medioevo occidentale), indi passò a Baghdād, forse nell'826 d. C., dove, favorito dal califfo al-Ma'mūn, nella famosa Bait al-Hikmah (biblioteca e accademia da quel califfo fondata) ebbe agio di continuare la sua opera di traduttore di opere filosofiche e mediche greche. Sotto il califfo al-Mutawakkil raggiunse l'apice della gloria; ma ebbe anche a soffrire persecuzioni, sia per la natura diffidente di quel califfo, sia per l'invidia dei suoi colleghi cristiani. Poi visse altri 20 anni in tranquillità, continuando la sua opera di traduttore; morì nell'873 o nell'877 d. C.
Le sue traduzioni, fatte con buoni criterî filologici e comprendenti moltissime opere filosofiche e mediche (si può dire tutta l'opera di Galeno), ebbero somma importanza per la cultura. Suo figlio Ishāq e suo nipote Hubaish continuarono la sua tradizione.
Bibl.: G. Bergsträsser, H. ibn I. und seine Schule, Leida 1913; M. Meyerhof, The Book of the ten treatises on the eye ascribed to H. Ibn Ishaq (809-877 A. D.), Cairo 1928; G. Sarton, Introduction to the history of science, I, Baltimora 1927, pp. 611-613 (con bibliografia completa sino a tutto il 1926).