HYPATODOROS (῾Υπατόδωρος)
Bronzista, di Tebe attivo presumibilmente intorno alla metà del V secolo. Dell'opera sua non esistono testimonianze letterarie ed epigrafiche. In Delfi insieme con il suo compatriota Aristogeiton (v.) eseguì una statua dedicata da un beota di Orcomeno, certamente prima dell'Olimpiade 104 (= 364-361 a. C.). La base (Loewy, I. G. B., 101) è dispersa. Ancora con Aristogeiton eseguì in Delfi un gruppo dei Sette a Tebe, collocato all'inizio della Via Sacra, ex voto degli Argivi (Paus., x, 10, 4) per la vittoria di Oinoe (456 a. C.). Di H. (Paus., viii, 26, 4) in collaborazione con Sostratos (Pol., iv, 78, 5) era anche la statua colossale di Atena nel santuario di Atena e Asklepios ad Alifera in Arcadia, celebrato dalle fonti. In Polibio l'artista è chiamato Hekatodoros.
Il problema della cronologia di H. si è a lungo imperniato sul passo di Plinio (Nat. hist., xxxiv, 50) che pone la sua acmè intorno alla 102 Olimpiade (= 372-369 a. C.). Si può ulteriormente precisare stabilendo (Pomtow, in Klio, viii, 188) la data del primo anàthema delfico poco dopo la metà del sec. V. Per l'Atena di Alifera si può stabilire solo un terminus ante quem nel 371, epoca dell'inclusione di Alifera nel sinecismo di Megalopoli.
Bibl.: J. Overbeck, Schriftquellen, 1568-1573; C. I. G., 25 (= Loewy, I. G. B., 101); C. I. G., 1848, 48 (= Loewy, I. G. B., 554); Blümner-Hitzig, Pausan., III, 680; G. Karo, in Bull. Corr. Hell., XXIV, 196; H. Pomtow, in Klio, VIII, 188; H. Brunn, Gesch. d. Gr. Künst., I, Stoccarda 1889, pp. 293, 294, 295; G. Lippold, in Pauly-Wissowa, IX, 1, 1916, c. 250, s. v.; Suppl. IV, 1499, XVII, 2239; A. Rumpf, in Thieme-Becker, XVIII, 1925, p. 124, s. v.; Arch. Anz., 1936, 136; G. Lippold, Handb. der Arch., III, 1, Monaco 1950, p. 112.